Le speranze di crescita del Sud affiorano, soprattutto, d’estate quando questa terra sembra rinascere in mezzo alle sue bellezze. E la stagione appena archiviata ha disegnato diagrammi di speranza nell’imprenditoria con i servizi, in particolare, tra i settori maggiormente impregnati di fiducia insieme alla costruzioni. C’è però quel lato d’ombra che affiora dall’ultimo report trimestrale di Movimprese e nel quale si avverte il lamento dell’artigianato che continua ad attraversare le dune si una crisi, germogliata sulla pietra lavica di anni difficili, e non solo nel Mezzogiorno.
Il trimestre descritto da Unioncamere è quello compreso tra luglio e settembre che mostra il filo spinato che la crisi affiorata nel 2022 ha reso ancora più evidente attorno alle speranze di ripresa di un artigianato sempre meno reattivo. Le aziende affogano nei debiti con costi energetici e di materie prime divenuti insostenibili e il rischio di finire fuori mercato. Il rapporto di Movimprese segnala un tasso di crescita delle aziende artigiane calabresi (nel rapporto iscrizioni-cessazioni) dello 0,12% contro lo 0,30% dello stesso periodo dello scorso anno. In termini assoluti il saldo tra aperture e chiusure delle attività artigiane è +40, saldo tra 329 iscrizioni e 289 cessazioni.
Complessivamente al 30 settembre 2024, risultano iscritte nei registri camerali della Calabria 31.919 ditte artigiane (è il dato più basso degli ultimi anni). Rispetto allo scorso anno (32.397) si registra una flessione dello 0,36%. Nel 2010, le aziende artigiane attive in Calabria erano 37.140. Altri tempi. I settori che tengono in piedi l’Artigianato in Calabria sono i servizi (10.928 realtà presenti al 30 settembre 2024) e le Costruzioni (10.059).
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia