Le dinamiche demografiche negative pesano sul futuro economico e sociale della Calabria. È questo il dato più rilevante che emerge dall’analisi dell’economia regionale condotta dalla Banca d’Italia per il 2023 e presentata nella giornata di ieri a Catanzaro.
Introdotti dal direttore della filiale del capoluogo di regione Marcello Malamisura, i componenti del nucleo per la Ricerca economica Antonio Covelli, Graziella Mendicino, Iconio Garrì ed Enza Maltese, con il coordinamento di Giuseppe Albanese, hanno illustrato i dettagli della consueta indagine sull’andamento dell’economia pubblica e privata in regione dalla quale si evince un sostanziale rallentamento della crescita rispetto al 2022 (+0,6% rispetto al precedente +3,2%). Un dato in linea con il Mezzogiorno d’Italia, ma inferiore alla media nazionale.
Dall’analisi Bankitalia su dati Istat, la Calabria, tra il 2007 e il 2022, ha perso il 5,9% della sua popolazione residente, molto peggio che nel resto del Paese e del Mezzogiorno. Si legge nel documento: «Nel periodo considerato il tasso di natalità è diminuito di circa 2 unità ogni mille abitanti, mentre quello di mortalità è aumentato di oltre 3. Nel 2022 la regione presentava 12,4 decessi per mille abitanti a fronte di 7,3 nati vivi, rispettivamente, 12,1 e 6,7 in Italia; parte di queste differenze rispetto al resto del Paese dipendono dalla diversa struttura demografica». In pratica, una popolazione anziana e l’emigrazione giovanile determinano la scarsa natalità e la mortalità più elevata, con effetti negativi in prospettiva e sul tasso di nascita e crescita anche delle nuove imprese.
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