Com’è la Calabria vista dai calabresi? Chi è nato qui sa bene che questa è la terra del grande vuoto dove manca tutto, persino la speranza. Quella frattura storica che separa le due Italie non si è mai rimarginata. Il Nord è vivo, è ricco e continua a tenere il passo dell’Europa. Il Mezzogiorno, invece, non cresce più. Anzi, continua a sprofondare. Lo confermano le stime del Pil che segnalano un meridione in sofferenza, sorpassato da tante altre aree depresse del resto dell’Unione europea. La povertà dilaga, soprattutto, in Calabria, anche perché qui l’equazione del lavoro offre soluzioni non compatibili col benessere sociale.
La traccia di un benessere limitato è ben visibile nello studio appena pubblicato dalla Cgia di Mestre riferito al Prodotto interno lordo giornaliero per singolo abitante riferito al 2024. L’impressione è che il sistema-produttivo regionale non funzioni per una disparità di mezzi messi a disposizione dallo Stato. altrimenti non si spiegherebbe come un calabrese debba accontentarsi di un Pil giornaliero di 57,9 euro (un dato che colloca la regione sull’ultimo gradino della graduatoria nazionale) mentre un abitante del Trentino (in fondo, sempre Italia è) possa godere quotidianamente di 146 euro di ricchezza prodotta. La media nazionale è di 99 euro giornalieri quasi il doppio di quello che si riesce ad esprimere a queste latitudini. Ogni giorno, la Calabria produce, complessivamente, 106 milioni di euro di prodotto interno loordo che, convenzionalmente, è misurato attraverso la somma dei beni e dei servizi finali generati in un determinato arco temporale, sia dalle imprese regionali sia da imprese extraregionali che operano in Calabria. Complessivamente, alla regione viene attribuito un Pil annuale di 39 miliardi di euro, valore che supera solo quello della Valle d’Aosta, della Basilicata, del Molise e dell’Abruzzo.
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