Zona economica speciale (Zes) nuova, problemi vecchi. Nelle scorse ore è ufficialmente partito il nuovo corso con il superamento dei commissari straordinari di governo delle 8 Zes (tra le quali, naturalmente quella calabrese), istituite a partire dal 2017, e l’entrata a pieno regime della Struttura di missione di Palazzo Chigi prevista dal Decreto Sud. Sarà quest’ultima struttura, guidata da Antonio Caponetto, il punto di riferimento per quelle realtà produttive orientate ad ampliare linee e siti produttivi già esistenti o realizzarne di nuovi utilizzando le opportunità offerte dal regime appena avviato. Tuttavia, le incognite non mancano. Come quelle relative all’utilizzo del credito d’imposta. Il decreto legge Pnrr, che in linea teorica disegna un nuovo piano Transizione 5.0 di incentivi alle imprese, prevede che i relativi crediti d'imposta non saranno cumulabili con nessun altro incentivo, a partire da quelli legati alla Zona economica speciale (Zes) unica nel Mezzogiorno. Si tratta di una dinamica che non lascia tranquillo Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria. «Siamo in una fase - sottolinea - in cui c’è un rallentamento dell’economia ed è proprio qui e ora che si deve sostenere la volontà degli imprenditori di scommettere sul futuro. Ecco, quindi, che lo stallo in cui versa la Zes Unica e la contemporanea eliminazione del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno pongono un doppio limite alle intenzioni di investimenti al Sud». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria