Un maxi disegno di legge (34 articoli in tutto) per provare a ridisegnare l’assetto del sistema lavoro in Calabria. La Giunta regionale ha trasmesso nelle scorse ore alle competenti commissioni del Consiglio regionale il testo normativo che mira a riformare uno dei settori-chiave per la tenuta degli equilibri sociali a queste latitudini.
Gran parte del progetto messo in campo dal dipartimento - retto da Roberto Cosentino -, dall’assessore Giovanni Calabrese e dall’esecutivo guidato dal presidente Roberto Occhiuto ruota attorno all’istituzione di un’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro. Il nuovo ente nascerà dal superamento di Azienda Calabria Lavoro, realtà nata nel 2001 e finora rimasta in vita con alterne fortune. Oggi Acl è un Ente pubblico economico che opera secondo diritto privato, differenziandosi per questo dalle pubbliche amministrazioni. Adesso Acl è destinata a transitare nel nuovo soggetto giuridico di natura pubblica. Arpal Calabria diventerà così un ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico con autonomia organizzativa, contabile e gestionale e subentrerà in tutti i rapporti attivi e passivi di Azienda Calabria Lavoro, conservandone tutti i compiti istituzionali. Ad Arpal spetterà poi il compito di supportare i Centri per l’impiego nell’erogazione dei servizi per il lavoro e delle misure di politica attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione oltre alla gestione del sistema informativo del lavoro in raccordo con Anpal. E poi ancora la collaborazione con l’Unità di intervento e di gestione delle crisi aziendali, al fine di fornire assistenza e consulenza nella gestione delle crisi aziendali.
Vertici e personale di Arpal
A guidare la nuova Agenzia sarà un direttore generale nominato dalla Giunta regionale. Quanto al personale, la dotazione organica iniziale dell’Arpal Calabria, compatibilmente con la dotazione finanziaria dell’Agenzia, sarà costituita dal personale con contratto a tempo indeterminato e determinato di Azienda Calabria Lavoro, individuato mediante procedure selettive in attuazione di norme o provvedimenti regionali ed in servizio alla data di entrata in vigore della riforma. Si tratta di un plotone di circa 280 dipendenti part-time a tempo indeterminato - quelli rientranti nel bacino della legge 28 e che prestano servizio pure per i dipartimenti della Regione - oltre ai 70 a tempo determinato impiegati in diversi uffici statali della Provincia di Vibo Valentia.
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