Il rischio è di bloccare tante opere a metà, insomma di creare altre incompiute dove già non ne mancano, ma anche di generare altrettanti contenziosi. Quei tre articoli, per chi lavora con l’edilizia, hanno creato «un disastro», una misura “fuori sacco” che può fare «una marea di vittime». I telefoni degli imprenditori edili in queste ore squillano senza sosta e loro stessi non riescono a fornire risposte tranquillizzanti ai tantissimi clienti che li chiamano. Tutti sono piombati nel panico dopo l’approvazione del decreto legge che stoppa gli sconti in fattura e la cessione dei crediti. Il blitz del governo e la pubblicazione lampo in Gazzetta Ufficiale stanno generando grande apprensione tra chi ha a che fare con i lavori per bonus edilizi e superbonus per l’efficientamento energetico di case e condomini. Se da un lato con il primo articolo del decreto viene esclusa la responsabilità dei cessionari – fatta eccezione per i casi di dolo e colpa grave – che siano in regola con determinati documenti relativi alle opere che hanno originato il credito d’imposta, dall’altra viene esclusa la possibilità che ad acquistare i crediti siano le pubbliche amministrazioni, una pratica che stava prendendo piede e per la quale proprio in Calabria era stata presentata una proposta di legge regionale su cui, a quanto pare, si stava riscontrando un sostegno bipartisan. Il secondo articolo è invece quello che blocca subito la cessione del credito e lo sconto in fattura, fatta eccezione per alcuni casi specifici in cui la Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata) sia già stata presentata. Il terzo articolo è infine quello che dispone l’entrata in vigore da ieri. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria