Lo shock Ucraina rischia di produrre conseguenze negative importanti per l’economia in Calabria. Quella che era una percezione comune adesso viene confermata dai tecnici della Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dellindustria nel Mezzogiorno) nelle anticipazioni del Rapporto 2022 in cui è previsto, nel biennio 2023-2024, un crollo dei consumi al Sud. E se il Prodotto interno lordo del Mezzogiorno nel corso del 2021 è cresciuto del 5,9% (contro la percentuale media italiana del 6,6%) in Calabria si è fermato al 5,6%. Quest’anno, invece, il Pil nel Mezzogiorno crescerà del 2,8%, ma si riapre la forbice Nord-Sud con la frenata di consumi e investimenti dovuti alla guerra, che indebolisce anche la ripresa nazionale: il Centro-Nord crescerà del 3,6% mentre il Pil italiano è stimato in crescita del 3,4%. Andrà decisamente peggio tra il Pollino e lo Stretto dove il 2022 dovrebbe chiudersi con una crescita del Pil pari all’1,9%, decisamente lontana dal resto del Paese. Ancora peggio dovrebbe poi andare negli anni successivi. Secondo le stime della Svimez, infatti, il 2023 vedrebbe la Calabria giù in fondo alla classifica per crescita del Pil con un valore prossimo allo zero (esattamente 0,1%) contro una crescita del Pil, seppure “risicata”, dell’Italia pari al 1,5% e dello 0,9% nel Mezzogiorno. Nel 2024, infine, previsto in Calabria un aumento del Pil pari ad appena lo 0,4% contro la media nazionale dell’1,8% e dell’1,3% del Sud.
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