A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, non bisogna fare altro che sorridere: le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Fondo complementare (Pnrr) e del Fondo complementare (FoC) destinate al Mezzogiorno superano la fatidica soglia del 40 per cento. Anzi, ammontano esattamente al 40,8 per cento e sono pari a 86 miliardi sui 211,1 a disposizione di tutto il Paese. Ci sarebbe da stare sereni, se non fosse per il quadro tracciato dal Dipartimento per le politiche di coesione di Palazzo Chigi nella relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente del del Pnrr e del FoC. Il report, come spiega la Svimez in uno studio di recente pubblicazione, si basa sulle informazioni aggiornate al 31 gennaio 2022 fornite dalle 23 Amministrazioni titolari dei 253 interventi previsti (di cui 223 finanziati dal Pnrr e 30 dal FoC). Al netto delle azioni di sistema (interventi di valenza nazionale per complessivi 11 miliardi di euro), «la dimensione delle risorse destinate al Mezzogiorno - scrive la Svimez - si attesta su 86 miliardi, pari al 40,8 per cento dei 211,1 miliardi in dotazione del Pnrr e del FoC con destinazione territoriale. A contribuire a questo risultato sono le quote del Ministero per il Sud e la coesione territoriale (79,4 per cento) e delle altre Amministrazioni centrali che riportano percentuali significativamente al di sopra della soglia minima; nell’ordine, Infrastrutture e Mobilità sostenibili (48,2), Interno (47), Innovazione tecnologica e transizione digitale (45,9). Viceversa, le due Amministrazioni centrali che riportano “quote Sud” molto distanti dall’obiettivo sono il Ministero dello Sviluppo economico (24,8%) e il Ministero del Turismo (28,6). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria