I sindacati della categoria delle telecomunicazioni Cgil, Cisl e Uil hanno tenuto questa mattina a Catanzaro un sit in sulla vertenza che riguarda la Tim, al centro in questi giorni di trattative per la sua cessione. Il sit in è stato organizzato davanti la sede catanzarese dell’azienda. I sindacati chiedono al governo nazionale chiarezza sul futuro della Tim, che in Calabria potrebbe avere ripercussioni sia sul piano della connettività delle reti sia sui livelli occupazionali del digital divider, a rischio infatti ci sarebbero a rischio un migliaio di posti di lavoro nell’indotto. Presente al sit in di Catanzaro anche il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato.
Interviene Mammoliti
“Il gruppo TIM in Calabria occupa oltre 1000 addetti, e tra indotto e appalti ruotano altri tremila lavoratori. La Regione Calabria si deve far carico di sostenere la difesa occupazionale di un comparto che rappresenta non solo un asset strategico, ma un importante pezzo di economia reale della Regione” - lo afferma in una nota il consigliere regionale Raffaele Mammoliti. “Il Governo – continua il consigliere - abbandonando la prospettiva del rilancio di un modello partecipato dallo Stato, a vantaggio di tante piccole reti, rischia di generare gravi ricadute sull’occupazione e di aggravare il ritardo tecnologico del Paese, tristemente emerso nel corso di questa Pandemia. Continuare a regalare soldi ai privati, affidarsi al mercato ed al liberismo sfrenato, perdendo la sovranità di un asset strategico per il paese, per i lavoratori, per i cittadini per lo sviluppo economico, è la strada sbagliata. Il Governo deve cambiare rotta. Sono convintamente al fianco della battaglia di dignità messa in campo dalle organizzazioni sindacali che in contemporanea al presidio al MiSe sono scesi in piazza anche in Calabria a Catanzaro. Vista la concomitanza del Consiglio Regionale, sarà mia premura, portare all’attenzione dell’assise convocata, la delicatezza della vertenza TIM, chiedendo alla Regione Calabria, come fatto anche da altre regioni in Italia, di schierarsi senza indugio a difesa dell’occupazione, per la realizzazione di una rete unica, controllata dallo Stato, che porti l’Italia ai livelli di connettività del resto d’Europa.” “Il tempo – dice ancora Mammoliti - ha dimostrato che lasciare al mercato le scelte strategiche per la realizzazione della digitalizzazione del paese ha portato le aree interne e periferiche ad un pesante ritardo tecnologico in termini di connettività. La Calabria per la sua morfologia particolare ha bisogno di un piano strategico di installazione delle reti fisse e mobili di ultima generazione che possa portare realmente nel terzo millennio tutta la popolazione e tutte le aree di questa nostra regione. Solo così si può difendere la sana e buona occupazione, e consentire uno sviluppo serio di questa Regione. Le risorse del PNRR sui temi della digitalizzazione dovranno essere l’occasione per colmare il ritardo digitale della Calabria, con un protagonismo attivo delle istituzioni pubbliche. Nel realizzare il piano di digitalizzazione e di connessione, è senza dubbio perdente la scelta di destinare risorse pubbliche a pioggia per realizzare tante piccole reti private. Le regalie dello Stato per duplicare costi, - conclude il consigliere - la scelta di abbandonare alle logiche del mercato scelte industriali per asset strategici ha portato l’Italia agli ultimi posti dell’Europa a 25 sui temi della connettività".