Nel 2020 in Calabria le imprese totali iscritte sono state 8.373 e quelle che hanno chiuso sono state 7.007; ciò ha determinato un saldo positivo di 1.296 realtà. È quanto emerge dal primo studio del 2021 dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Calabria in quello che si configura come un primo bilancio per il nuovo anno, analizzando i dati Movimprese-UnionCamere. Per l’Artigianato le imprese iscritte sono state 1.764 e quelle che hanno chiuso sono state 1.689; ciò ha determinato un saldo positivo di 75 unità, portando il numero complessivo di imprese artigiane registrate nel 2020 pari a 32.512, in crescita di poco rispetto alle 32.456 registrate nel 2019.
«Il positivo dato registrato nel 2020 rispetto all’anno precedente – ha dichiarato Roberto Matragrano, presidente di Confartigianato Imprese Calabria – fa sperare per il futuro anche se occorre essere cauti nelle valutazioni perchè i ristori del Governo nazionale e regionale hanno certamente influito frenando le chiusure delle imprese, dovendo dunque attendere la fine dell’emergenza per tirare le somme. E se da un lato i dati mostrano una tenuta del sistema imprese calabrese e dell’artigianato in particolare, dall’altro però non dobbiamo distrarci dalla realtà che vede un comparto in difficoltà».
L’elaborazione dei dati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria per il 2020 prevede per la Calabria un calo del Pil dell'8,9%, riduzione di poco più contenuta di quella prevista per la media nazionale (-9,6%). Per il 2021 è previsto un lieve recupero del Pil del +0,6%, non sufficiente a recuperare quanto perso nel 2020 e meno dinamico rispetto al recupero previsto a livello nazionale (+3,8%). Rispetto ai livelli precrisi Covid-19 (2019), il Pil nel 2021 resta ancora sotto di 8,4 punti.
Una quota maggiore di imprese dislocate sul territorio calabrese (42,7%) segnala nel periodo giugno-ottobre 2020 un calo del fatturato tra il 10% e il 50%. Per l'inizio dell’anno in corso e la fine di quello precedente (dicembre 2020-febbraio 2021) una quota più elevata di imprese (38,7%) segnala anch’essa una perdita compresa nello stesso range (tra -10% e -50%). Ma l’analisi dei dati di Unioncamere-Anpal evidenzia che le micro e piccole imprese calabresi, nonostante le maggiori difficoltà (il 64,3% a fine 2020 ha un attività a regime ridotto, contro il 51,4% delle medie imprese e il 48,1% delle grandi), prevedono secondo le conoscenze del mercato di riferimento il recupero di un livello accettabile di attività entro la prima metà del 2021 nel 35,0% dei casi ed entro il secondo semestre 2021 nel 65,0% dei casi.
Si osserva dunque una maggiore resilienza della Mpi, che prevedono di recuperare più velocemente rispetto a medie imprese (di cui il 22,5% recupera entro la prima metà 2021) e grandi imprese (di cui il 29,6% entro la prima metà 2021). Secondo lo studio dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Calabria, il Google mobility permette di monitorare le tendenze dei movimenti delle persone negli esercizi commerciali da febbraio 2020 alla fine di gennaio 2021; nell'osservare l'intera serie le principali evidenze sono: la forte riduzione degli spostamenti in concomitanza con il lockdown di primavera e il costante recupero nei mesi successivi - di molto più intenso nella nostra regione rispetto a quello medio nazionale - e il secondo crollo, più contenuto di quello di primavera, in concomitanza delle limitazioni introdotte a partire dall'autunno. Discesa che, dopo una breve interruzione nel periodo pre festivo del mese di dicembre, riprende in corrispondenza del periodo 24 dicembre- 6 gennaio, con l’introduzione di misure che hanno nuovamente limitato gli spostamenti delle persone.
«Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile e negativo sotto vari aspetti – prosegue il presidente di Confartigianato Imprese Calabria – ma ora non possiamo lasciare sole le nostre imprese ed i nostri artigiani che i dati confermano essere il motore trainante della nostra economia. Dobbiamo lavorare con determinazione per politiche di sostegno e incentivazione creando le migliori condizioni perché possano lavorare ed essere competitive sui mercati».
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