Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Navigator, Uiltemp: confronto sulla valorizzazione professionale

Una delle proteste dei Navigator

Un confronto con il Governo sulla valorizzazione professionale dei navigator. « quanto chiedono il segretario organizzativo Uiltemp nazionale, Gianvincenzo Benito Petrassi, e quello della Calabria, Luca Muzzopappa, che in merito prendono «una posizione chiara, che è ben sintetizzata dalle parole del segretario generale Bombardieri quando parla di una follia l’aver selezionato lavoratrici e lavoratori, averli formati e avviati e poi, dopo poco più di un anno decidere di mandarli a casa». Petrassi e Muzzopappa, «proprio in questa delicatissima fase», rivendicano «continuità lavorativa oltre la scadenza di aprile 2021» e chiedono un incontro con il Governo. «Affrontare temi complessi e delicati, come quello del mercato del lavoro, richiede - secondo i due sindacalisti - di non assumere posizioni ideologiche, ma affrontare in maniera razionale e concreta, sapendo correggere gli errori e puntare sui vantaggi delle azioni poste in essere. È quello che sta invece accadendo intorno alla questione dei Navigator, su cui troppe volte ci si esprime senza aver valutato a 360 gradi il contesto in cui sono stati chiamati ad operare. Parliamo di circa 3000 professionisti a livello nazionale di cui 170 in Calabria, tutti laureati magistrali con un’età media di 35 anni e con un voto di laurea superiore al 107, selezionati con procedure pubbliche tra 79.000 candidati, inseriti nei Centri per l’impiego solo dal mese di settembre 2019 ad assistere i percettori di Reddito di Cittadinanza la cui piena operatività nell’articolata procedura di avvio alla ricerca attiva del lavoro è iniziata di fatto solo nel mese di novembre dello stesso anno. Già l’aver caricato di eccessive aspettative questa fase, pretendendo di rivitalizzare in pochi mesi il mercato del lavoro italiano ed avvicinarlo alla realtà europea, la dice lunga sull’approccio semplicistico con cui ci si è accostati al tema. Pretendere che questo fosse e sia fatto nei mesi dell’emergenza pandemica, quando non si parla di nuova occupazione, ma semmai di come fermare una sicura emorragia di posti di lavoro, fa pensare ad una insana ingenuità se non ad una buona dose di ipocrisia». Su questi temi Petrassi e Muzzopappa si sono «confrontati con i lavoratori, con diverse riunioni telematiche sia nazionali che regionali, non potendo accettare che le colpe ricadano, non sui decisori e su chi avrebbe dovuto meglio curare la fase operativa, ma sui lavoratori chiamati ad operare secondo direttive altrui. Quali strumenti sono stati loro forniti? Quali piattaforme informatiche? Quali i contenuti? Quali tempi occorrono per assistere e profilare i candidati lavoratori e, dall’altro lato, ricercare "vacancies" lavorative da ricoprire? Per non parlare della difficile sintesi tra le competenze nazionali e regionali in materia di lavoro, visti anche i trascorsi burrascosi con cui questa discussione è stata affrontata dalle istituzioni coinvolte. E torniamo a sottolineare come dopo soli 3 mesi di attività, l’Italia è piombata nell’incubo della pandemia, cosicché la già delicata fase di avvio ha visto sommarsi le complicazioni dovute al lockdown nazionale che ha richiesto di ripensare il modello organizzativo, con quell’utilizzo di canali informatici che non tutti gli utenti, lavoratori e aziende, vivono con ulteriore difficoltà. In prospettiva, poi, tra non molti mesi, i servizi per il lavoro subiranno l’impatto di una probabile onda anomala di licenziamenti, che si cercherà di fronteggiare con ammortizzatori sociali e nuovi strumenti di politiche attive del lavoro , così tanto propagandate dal Ministro del Lavoro. La domanda sorge spontanea: siamo sicuri di poterci permettere di fare a meno dei navigator che, anche grazie alla loro qualificazione professionale e all’esperienza maturata, potranno dare un contributo fondamentale per la tenuta del sistema e la costruzione di nuove strategie?»

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