«Responsabilità, disciplina e lucidità sono le parole d’ordine che devono caratterizzare il nostro operato durante questa nuova e complicatissima fase sanitaria ed economica mettendo, certamente, la salute al primo posto ma essendo perfettamente consapevoli degli effetti gravi che riguarderanno il sistema economico regionale nel suo complesso con conseguenze peggiori durante questo secondo lockdown a causa di ritardi cronici e impegni disattesi rispetto alle legittime aspettative di sviluppo della nostra regione». Lo dice Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria
«Pertanto auspichiamo che alle misure straordinarie imposte alla Calabria in questo momento corrispondano misure altrettanto straordinarie sotto il profilo economico. Ma sia ben chiaro che non siano ristori o sospensioni ma interventi e sostegni ampi e strutturali che consentano anche alla nostra regione di sprigionare tutto il potenziale di competitività che può esprimere. Nel momento in cui si affronta l’emergenza bisogna pensare oltre e progettare una strategia di interventi da attuare nell’immediatezza ma funzionalmente collegati alla realizzazione di un progetto futuro per lo sviluppo della regione».
«Come al solito le infrastrutture si rivelano il punto debole della Calabria. In questo caso si parla di quelle sanitarie che riverberano gli effetti negativi a vasto raggio. Ed allora ci chiediamo come mai invece di un decreto Calabria che destina risorse adeguate e immediatamente spendibili sotto il profilo economico si intende procrastinare un commissariamento della sanità nonostante sia in termini di Lea e di risultati conseguiti sia sotto il profilo economico e finanziario, non solo non abbiamo avuto miglioramenti negli ultimi 10 anni ma addirittura peggioramenti».
«Senza dimenticare che già in primavera, durante la prima ondata, abbiamo sostenuto la proposta, coralmente condivisa e rimasta inascoltata, di aprire un centro Covid nella nostra regione per creare una eccellenza sanitaria antipandemica che, certamente, sarebbe stata utile in questo momento e che lo sarebbe anche in un futuro incerto potenzialmente caratterizzato da questo genere di fenomeni. Unindustria, del resto, ha recentemente offerto la disponibilità delle proprie strutture sanitarie private al fine di fronteggiare, nel rispetto dei requisiti strutturali previsti, le emergenze derivanti dal Covid-19».
«È mortificante, peraltro, che la regione Calabria, nonostante il senso di responsabilità dimostrato su più versanti, potrebbe essere costretta a subire questa misura drastica dovuta alla classificazione di “zona rossa” a causa di colpe e ritardi di coloro i quali, in possesso di poteri straordinari, avrebbero dovuto organizzare un sistema sanitario efficace ed idoneo a rispondere alle esigenze di una comunità territoriale che non riesce a comprendere la logica contraddittoria di parametri e dati. Non ci addentriamo in questa lettura ma è veramente paradossale che la nostra regione, con i dati ufficiali esistenti, potrebbe essere considerata peggiore di altri territori che presentano un numero di contagi molto più elevato».
«Adesso lasciamo da parte le parole e cerchiamo di lasciare spazio ai fatti perché la Calabria, più di altre regioni, pagherà il prezzo di una eventuale zona rossa a causa delle ataviche fragilità economiche territoriali. Unindustria chiede, a tutela del tessuto imprenditoriale calabrese, a chi di competenza di programmare azioni efficaci e di inserire come priorità assoluta gli interventi in relazione al Recovery fund al fine di assicurare un futuro al Mezzogiorno ed all’intero Paese».
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