Monitoraggio e Sorveglianza della rete Idrografica, Cisal chiede “lumi” alla Regione Calabria
«Chiediamo alla Regione Calabria come intende muoversi affinché il Servizio di Monitoraggio e Sorveglianza della rete Idrografica Regionale possa essere sviluppato in modo coerente, in una terra seconda sola alla Liguria per rischio dissesto idrogeologico”. Così la Cisal Calabria che in una nota della segreteria regionale. "Siamo quasi giunti alla prossima stagione invernale e, nonostante le prime avvisaglie autunnali, dovute alle abbondanti piogge che si sono abbattute sulla nostra regione, registriamo il solito servizio inadeguato", aggiunge. "Insufficienze legate a questioni tecnico-burocratiche esplicitate a più riprese negli anni scorsi alle Giunte regionali che si sono avvicendate, alle quali abbiamo richiesto, e richiediamo, la corretta applicazione delle norme ai fini della prevenzione in modo da sviluppare il servizio in sintonia con le altre regioni italiane che, regolarmente, hanno stipulato i contratti collettivi decentrati integrativi inserendo le figure previste nel servizio pubblico essenziale come servizio di Protezione civile", prosegue la nota del sindacato. Il percorso. «Come O.S. fin dall’istituzione del servizio emanata in via provvisoria a seguito dell’emanazione della L.183/1989, abbiamo segnalato la necessità di un corretto inquadramento del personale che era stato reclutato con apposito concorso pubblico esperito ai sensi della L.R.31/2009 e, s.m.e,i. bandito ai sensi delle normative nazionali in tema di concorsi pubblici. Tale situazione di confusione era stata segnalata all’indomani dell’immissione in servizio del personale, avvenuta a seguito della citata L.R. 31/2009 modificata con la L.R.52/2009 con l’approvazione della delibera 330/2010 AFOR che stabiliva, a giusta ragione, l’inquadramento del personale nel profilo giuridico ed economico “B” del CCNL “Regioni ed Autonomie Locali”. Per ragioni che non comprendiamo, il personale in oggetto, è stato inquadrato nel IV ° livello del contratto forestazione. Gli atti successivi, emanati dalla Regione Calabria, indicavano chiaramente l’evoluzione del servizio passato con la L.R. 25/2013 in Capo ad Azienda Calabria Verde con esplicita indicazione sulla necessità di trasformare il “CCNL” per sviluppare secondo normativa vigente il servizio in oggetto (Delibera di G.R.301/2013 e Atto Aziendale Calabria Verde)». Il servizio oggi. «Attualmente, considerata la natura del contratto collettivo non in linea con il resto delle regioni, il servizio calabrese non può garantire nemmeno il primo livello della delibera, la quale prevede l’attivazione graduale dei presidi su quattro livelli di operatività, di cui, il livello “A” (Monitoraggio del rischio idraulico), di immediata attuazione. Quanto sopra, è stato più volte segnalato all’Afor prima e successivamente ad Azienda Calabria Verde fin dalla sua nascita con diverse note e atti ufficiali, auspicando - ribadiscono - una ferma presa di posizione da parte di chi ha gestito il servizio, anche nei confronti della politica, per sbloccare tale situazione».