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La crisi del lavoro in Calabria, il Coronavirus ha cancellato 869 imprese

Il Sud sprofonda nella miseria. Da Napoli in giù, ogni giorno che passa, il virus cancella un pezzo di speranza. La crisi, inasprita da due lunghi mesi di lockdown, risucchia opportunità di lavoro dilatando i confini della povertà. Coldiretti segnala aumenti di criticità diffusi.

Male il Mezzogiorno, malissimo la Calabria dove le stime degli agricoltori suggeriscono un ragionevole peggioramento del 14% delle condizioni sociali per effetto dell'epidemia. Una tragedia collettiva che rischia di essere aggravata da livelli occupazionali sempre più critici.

In questi primi tre mesi, in Calabria, sono sparite, complessivamente, 869 imprese. Un saldo negativo che è conseguenza di 2.604 nuove iscrizioni e 3.089 cessazioni di attività. Il tasso di crescita è crollato fino a - 0,46%. Un anno fa, nello stesso periodo, era a - 0,31%.

Negli scenari provinciali, Cosenza fa registrare il peggior risultato con un saldo negativo di 463 imprese (tasso di crescita di - 0,68). Male anche Catanzaro con - 203 attività (tasso - 0,59). Tengono le altre: Vibo (-22 e - 0, 31), Reggio Calabria (-127 e - 0,24) e Crotone (-34 e - 0,19).

L'articolo completo nell'edizione odierna della Calabria della Gazzetta del Sud.

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