Calabria

Venerdì 22 Novembre 2024

Rapporto Eurispes, il presidente di Fondazione Magna Grecia: "Strategia shock per il Sud"

«Se il Governo non avvia immediatamente una strategia shock per far ripartire il Mezzogiorno, non solo alcune regioni e aree del Sud resteranno imprigionate in un processo di rapido arretramento economico e sociale non più reversibile, ma l’intero Sistema Italia rischia di incepparsi e diventare marginale rispetto all’Europa e ai mercati mondiali». Lo afferma Nino Foti, Presidente della Fondazione Magna Grecia e Componente del Consiglio direttivo dell’Eurispes, commentando il Rapporto Italia 2020 presentato oggi. «Da un lato vi è l’ineluttabile forza dei numeri del Rapporto, che spazzano via decenni di fake news su un Mezzogiorno sprecone e divoratore di risorse pubbliche, con una spesa pubblica pro-capite che, citando l’ultimo dato disponibile, per il 2017 è di 11.929 euro al Sud contro i 15.297 euro del Centro-Nord. E considerando la parte che ogni anno il territorio meridionale avrebbe dovuto ricevere in percentuale alla sua popolazione, dal 2000 al 2017 il Sud ha subito un vero e proprio scippo di più di 840 miliardi di euro (in media, circa 46,7 miliardi di euro l’anno)». «Su questi numeri» continua il Presidente della Fondazione Magna Grecia «abbiamo già avuto modo di confrontarci con Gian Maria Fara, durante il nostro evento Sud e Futuri di Palermo e il nostro focus sull’Operazione verità per il Mezzogiorno. Questo Governo, come i Governi precedenti, non riesce a cogliere davvero che il mancato sviluppo del Sud rischia di far crollare l’intera Italia, comprese le regioni più sviluppate: preferisce illudersi che una crescita a pezzi separati possa essere sostenibile. L’Eurispes ha il merito di ricordare, dati alla mano, che il Pil del Nord Italia dipende in larga parte dai prodotti venduti al Sud e che, quindi, le polemiche sui trasferimenti da Nord a Sud rischiano di essere fuorvianti e dannose. Come evidenzia il Rapporto Italia, a fronte dei 45 miliardi di euro di trasferimenti che ogni anno si sono spostati dalla parte settentrionale a quella meridionale del paese, ve ne sono stati altri 70,5 che hanno fatto il percorso inverso. Questo significa che ogni ulteriore indebolimento del Sud, con la conseguente riduzione della capacità di acquisto nelle regioni meridionali, avrebbe come importante effetto collaterale una contrazione delle vendite di prodotti realizzati al Nord, facendone arretrare la produzione e facendo entrare le aree settentrionali più sviluppate in una spirale di crisi». Conclude Nino Foti: «Sarebbe un grave errore cedere alla tentazione di lasciare il Mezzogiorno al suo destino. Senza il Sud, il Centro-Nord è anch’esso condannato al declino. Appare evidente che esiste un solo modo per far ripartire l’Italia: far crescere il Mezzogiorno, farlo diventare il motore del Paese. Ma non c’è tempo da perdere, serve un piano shock di investimenti, altrimenti potrebbe essere troppo tardi».

leggi l'articolo completo