L'Italia lentamente reagisce alla crisi. Lo rivelano i diagrammi occupazionali di dieci regioni e province autonome che annunciano l'uscita dal tunnel con valori uguali o, addirittura, superiori a quelli immediatamente precedenti (il 2008 è stato l'anno di massimo relativo per il paese) al lungo periodo che aveva scavato il baratro riducendo il mercato del lavoro a un deserto di paura. Numeri contenuti nel rapporto “Lavoro-Resilienza dei territori, giovani e apprendistato” curato dall'Ufficio studi di Confartigianato.
L'analisi dei dati di dettaglio sulle professioni , scrive la Gazzetta del Sud in edicola, conferma la recente tendenza ad una maggior difficoltà di reperimento per i lavori specializzati e per quelli nell'ambito del Digitale e Ict5 e dei macchinari. Lo scorso anno erano previste entrate nelle imprese artigiane del Cosentino pari a 35.560 unità (non si esagera: l'analisi si basa sulle entrate somma tra assunzioni dei lavoratori dipendenti, ingressi di collaboratori interinali e altri lavoratori non alle dipendenze) di cui 8.930 di difficile reperimento pari a oltre un quarto (25,1%) degli ingressi totali. La complessità nel reperimento di personale è una dichiarazione da parte dell'impresa sulla difficoltà nell'individuare, nel territorio in cui opera, candidati idonei a ricoprire la figura professionale ricercata, e sulle relative motivazioni. Le difficoltà sono articolate secondo due grandi motivazioni (ridotto numero o inadeguatezza dei candidati), cui si aggiunge una modalità “altro”. I profili più complicati da individuare nei nostri territori sono: meccanici e montatori di macchinari industriali e assimilati; acconciatori; autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli; e cuochi.
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