Le certezze finanziarie delle nostre famiglie sono da tempo al centro di minacciose turbolenze. Del resto le stime nazionali ci inchiodano irrimediabilmente ad uno stato di crisi che appare senza via d’uscita. Soffre l’Italia, soffre ancora di più la Calabria, il Sud del Sud del Paese. Tra pane, caffè, frutta, verdura, luce, acqua, gas: ogni cosa continua a costare sempre di più. Impennate, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, che non risparmiano neppure il pane, il più nobile e semplice alimento: il suo costo al chilo è salito fino a raddoppiare negli ultimi dieci anni. Il suo prezzo, secondo i dati Istat riferiti alla rilevazione di dicembre, varia da un capo all’altro della Calabria e dovunque ha superato, ormai, i 2 euro al chilo. Il costo più alto si registra a Catanzaro, dove la quotazione di un chilo, in base ai rilievi degli Uffici comunali di statistica nell’ambito degli accertamenti mensili dei prezzi al consumo coordinata dall’Istituto Nazionale di Statistica, varia tra 2,3 e 5,6 euro. Dietro c’è Reggio con un prezzo che oscilla tra 2,5 e 3,11 euro. Sul podio anche Cosenza, con un andamento variabile tra i 2 e i 2,2 euro al chilo. I panificatori, però, si difendono: gli aumenti della pagnotta seguono i rincari delle quotazioni del greggio, dei costi delle materie prime, del personale, della spesa per l’introduzione della fatturazione elettronica.