Da Reggio Calabria alla sibaritide, tutte le aree più vocate all’agrumicoltura di qualità a causa dell’elevate e permanenti condizioni di umidità dovute alla pioggia eccessiva stanno soffrendo. «Le piogge persistenti e quindi condizioni ambientali avverse - spiega Pietro Sirianni, direttore di Coldiretti Reggio Calabria - hanno favorito una fisiopatia frequente su clementine e mandarino che si evidenzia sulla buccia sotto forma di macchie di colore chiaro per effetto della penetrazione e diffusione dell’acqua negli spazi intercellulari».
«La parte interessata - continua - diventa brunastra e secca e con il permanere delle condizioni di umidità le zone affette rappresentano siti di infezione per i patogeni fungini e un’alterazione caratterizzata da lacerazioni della buccia che in genere hanno origine nella parte apicale del frutto. Sono molti i frutti caratterizzati da spaccature e deprezzati commercialmente e - aggiunge - in aree soggette a ristagno idrico sono frequenti i casi manifesti di asfissia radicale».
Anche Stefano Pirillo, responsabile O.P.. Agri doc 2 Scarl e dirigente Coldiretti, e Natalino Gallo, presidente O.P.. Agricor scarl, due importanti realtà operanti nella sibaritide, raccontano che «all’inizio della campagna agrumicola a causa delle condizioni climatiche avverse, il troppo caldo prima e la troppa pioggia dopo, hanno fatto si che si verificassero gravi problemi di marciscenza. Il problema è stato ancora più grave perchè il fenomeno della marciscenza si verificava a uno/due giorni dalla lavorazione, di conseguenza abbiamo avuto dei quantitativi importanti rimandati indietro dalle piattaforme dei supermercati».
«Purtroppo a causa dei cambiamenti climatici non c’è più un ordine nelle stagioni e le precipitazioni e l’umidità che ci stiamo trascinando da tempo - commenta Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria - hanno creato il giusto habitat per la proliferazione di parassiti e ad esserne negativamente interessato è appunto il comparto agrumicolo che rappresenta una fetta importante dell’economia agricola e agroalimentare regionale contribuendo con l’indotto in maniera considerevole al Pil calabrese».
«Davanti ad una tale situazione che interessa tutta la Regione - chiosa il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto - chiediamo alla Regione di aggiornare la mappa dei danni nella dichiarazione dello stato di calamità per venire incontro alle perdite degli imprenditori agrumicoli. Comunque - conclude - invitiamo sempre a verificare l’origine e acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali».
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