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Ticket scuola, vincono i genitori: nessuna stangata

I servizi destinati agli alunni della Scuola dell’Infanzia e delle scuole dell’obbligo del comune unico, quali mensa scolastica, trasporto alunni con scuolabus comunali e libri di testo, non costituirebbero una stangata dal punto di vista economico per le famiglie, secondo l’organo commissariale, che spiega come le tariffe a carico degli utenti siano rimaste immutate (sono stati esclusi, però, gli esoneri per le famiglie povere e disagiate per rispettare la legge, si dice, che prevede una copertura di spesa maggiore da parte del Comune) a fronte di servizi notevolmente migliorati in qualità come la mensa scolastica.

Alla luce di quanto spiegato nella nota del Comune dove vengono esposte le tariffe, traspare chiaramente, a proposito dell’introduzione, per la prima volta, del pagamento del servizio scuolabus, che se non si tratta di una stangata, secondo i genitori si tratta di un pesante balzello, quello di 210 euro all’anno per una famiglia a bassissimo reddito (da 0 a 3.000 euro ) che dovrà pagare, anche se in misura minima di 1 euro a pasto anche la mensa per il figlio che frequenta la scuola dell’infanzia o la scuola primaria a tempo pieno.

Da quanto ribadito nella nota, non sembra che abbia sortito alcun effetto l’appello rivolto al commissario prefettizio, Domenico Bagnato, dell’ex consigliere comunale di Rossano Pulita, Flavio Stasi, di esonerare le famiglie a bassissimo reddito, quale segno di un paese solidale e civile, pur riconoscendo le necessità di far quadrare i conti del comune il cui bilancio lasciato dagli amministratori precedenti, a quanto sembra, sarebbe deficitario. A dire il vero, rispetto alla delibera del 30 agosto dello stesso commissario, nel provvedimento deliberato ieri, per quanto riguarda i trasporti è stata introdotta la fascia da 0 a 3000 euro in cui è previsto il pagamento di 210 euro anziché 240 per come era prevista nella fascia originaria da zero fino a 9296 euro di reddito.

Le altre fasce di reddito e le relative tariffe sono le seguenti: tra 9227 e 18952 la tariffa è di 250 euro; tra 18.953 e 25.823 è di 265 euro; superiore a 25823 è di 285 euro. Mentre per il servizio di refezione scolastica da 0 a 3.000 euro la tariffa è di 25 euro per scuola dell’infanzia e primaria. Per le fasce di reddito successive le tariffe per infanzia e primaria sono fissate rispettivamente in 43 e 58; 45 e 60; 50 e 65; 60 e 75 fino a 90 e 100 euro per l’ultima fascia oltre 30.001. Negli anni precedenti la fascia da o a 3.000 euro era esonerata dal pagamento della mensa sia per i bambini dell’infanzia che per la primaria, così come ha avuto modo di sottolineare l’ex sindaco Giuseppe Antoniotti che durante la sua gestione aveva applicato questo criterio.

Nelle fasce successive quella oltre 30.000 euro era prevista la tariffa di 95 euro per la primaria e di 85 per l’infanzia mentre le altre fasce di reddito erano distribuite diversamente. In merito all’introduzione del pagamento del servizio trasporti e dell’eliminazione degli esoneri il Commissario Bagnato ha avuto modo di sottolineare che: «Ponendosi fine a reiterate prassi non consentite» illustrando il preciso quadro normativo nazionale entro il quale debbono essere erogati i servizi a domanda individuale di refezione scolastica e di scuolabus».

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