Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori assunti in regime di part-time dalla Dusty, la società che gestisce il servizio rifiuti in città.
Un comparto che non trova pace in cui lo Slai cobas apre un’ennesima breccia a tutela di quei lavoratori che si ritrovano ancora col part-time a causa della perdita, in nome del mantenimento dei livelli occupazionali, dei diritti un tempo posseduti ma poi sfumati in seguito all’accordo siglato in Prefettura il 20 agosto 2014 al momento del subentro della Progettambiente nello svolgimento del servizio. Diritti e posizioni di cui, nonostante le rassicurazioni e il tempo trascorso , non sono più rientrati in possesso.
Una situazione che per lo Slai cobas e il suo coordinatore provinciale, Nazzareno Piperno, stride con «l’evidente bisogno di manodopera da parte aziendale per come attestato dalle condizioni di svolgimento del servizio e dagli enormi carichi di lavoro gravanti sul personale assunto. Circostanze queste – evidenzia Piperno – che non hanno mai spinto l’azienda a valutare il pur richiesto aumento dell’orario di servizio di tali lavoratori (ancora assunti a 4 ore giornaliere) nonostante lo svolgimento, anche da parte di tali maestranze, per periodi anche lunghi di un notevole quantitativo di ore supplementari aveva evidenziato con chiarezza l’esistenza delle condizioni per una espansione delle ore lavorate in vista di una riaffermazione delle posizioni di diritto dagli stessi già possedute e compresse, nel 2014 , con un sacrificio che certo meritava maggior rispetto e considerazione».
A oggi però nulla è cambiato e i lavoratori part-time continuano a lavorare ad orario ridotto «e, quindi – sottolinea il sindacalista – sono costretti a sopravvivere con uno stipendio decurtato di circa il 40% con ovvie ricadute sul piano della qualità della vita e, quindi, in ultima analisi, sul piano sociale per le gravi difficoltà che una retribuzione così gravemente ridotta inevitabilmente comporta».
Un quadro dentro cui è maturata la decisione – poi ufficializzata nel corso di una riunione a cui nei prossimi giorni ne seguiranno altre – dei lavoratori e del sindacato di base di proclamare, già da ieri, lo stato di agitazione. Un primo passo perché in vista vi sono «ulteriori e più articolate proteste». Iniziativa, quella attuale, che ha tra i suoi scopi quello di sensibilizzare non solo l’azienda ma anche le istituzioni «che a suo tempo ebbero un ruolo determinante sul sacrificio richiesto a questi lavoratori e che permane a tutt’oggi» trattandosi di una problematica che altrimenti rischierebbe di cadere nel dimenticatoio, sommersa tra tutte le altre criticità che il servizio sta attraversando.
E nel sottolineare la «drammatica attualità» della vicenda per i risvolti sociali che riveste, lo Slai cobas non manca di porre in risalto il fatto che tutto ciò avviene in un momento in cui «vengono inspiegabilmente distribuiti a pioggia incentivi e premi di varia natura a funzionari comunali o a parenti di questi ultimi presenti nell’organico aziendale; premi e incentivi – ribadisce il sindacato di base – di cui stentiamo a comprendere motivazioni e ragioni».
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