Salone del Libro di Torino, la vibonese Edizioni Beroe e la Provincia di Cosenza celebrano i borghi Arbëreshe
Al Salone del Libro di Torino, lo stand della Regione Calabria ha accolto le tradizioni Arbëreshë rievocate da Salvatore Franco nel suo romanzo "Padrone e Sotto - Il gioco della vita" edito da Edizioni Beroe del vibonese Renato Costa. L'incontro ha coinvolto diverse realtà calabresi e ha visto la partecipazione della Presidente della Provincia dì Cosenza Rosaria Succurro, di Sabrina Pugliese, Direttrice del Caudex Festival che ha messo in scena una rappresentazione teatrale del libro e dell'editore. Anche Torino e Tirana sono state rappresentate dalla moderatrice Simona Sorbara, Direttrice di testata di Radio Italia Uno Piemonte, e della Dott.ssa Diana Kastrati, Direttrice esecutiva del Centro Studi e Pubblicazioni sugli Arbereshet (QSPA). La presentazione ha focalizzato l'attenzione sull'importanza di valorizzare il patrimonio culturale linguistico e delle tradizioni calabresi e in particolare della comunità Arbëreshe. A conclusione degli interventi, l'autore Salvatore Franco ha eseguito alcuni brani di musica popolare trasportando il pubblico fra il Pollino e l'Albania. «La Calabria è uno scrigno nel quale - dichiara l'editore Renato Costa - convivono tante tradizioni che nutrono un forte desiderio di farsi conoscere. Il dovere di chi opera nella cultura è proprio quello di pressrvarne la loro memoria e soprattutto esportarle al di fuori delle aree dove sono collocate. È stato emozionante portare (forse per la prima volta) - prosegue Costa - le melodie Arbëreshë al Salone del Libro. Spero che con Padrone e Sotto, e il lavoro di tanti appassionati artisti, la lingua Arbëreshe e le altre minoranze che vivono in Calabria possano mantenere viva la loro memoria e sfruttare a proprio vantaggio il progresso tecnologico che sembra essere una minaccia per loro sopravvivenza.» «La passione e il talento mostrati da Salvatore Franco – dichiara la presidente Rosaria Succurro – emozionano chi ha la fortuna di leggere questo romanzo. L'autore riesce a valorizzare la propria identità Arbëreshe descrivendo nei minimi particolari l'Arbëria cosentina, la provincia italiana che conserva il maggior numero di comuni Arbëreshe. L'utilizzo di parole scritte in lingua originale mantiene ancora viva la memoria di una lingua identitaria antica».