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Fare e vendere libri, la sfida più emozionante in Calabria

Il Festival “Spettacoli nella natura” a Reggio. Oggi il nuovo compito degli editori è essere consapevoli valorizzatori dei propri autori

Come si fa a gestire un’esplosione di sessantamila titoli generati ogni anno? Se lo sono chiesti alcuni autorevoli addetti ai lavori del mondo dell’editoria riuniti a Ecolandia a Reggio Calabria nell’ultimo giorno del Festival “Spettacoli nella natura”. «Parliamo di una media di 8 libri pubblicati ogni ora – ha evidenziato la giornalista Tiziana Barillà moderatrice dell’incontro – a cui si aggiungono sessantatremila e.book. I libri nascono e muoiono in 90 giorni. In questo mercato starci da calabresi comporta ulteriori complicazioni».
Luigi Franco, direttore editoriale della Rubbettino, ha delineato le sfide con cui si misura la storica casa editrice di Soveria Mannelli che proprio quest’anno celebra 50 anni di attività: «Da sempre parliamo ai calabresi raccontando la Calabria. Ma non ci fermiamo a questo obiettivo: il nostro impegno è soprattutto quello di portarla agli altri. Lo sentiamo come responsabilità e come nostro principale progetto culturale». C’è la consapevolezza negli operatori di settore di essere degli “avamposti culturali” nella società e da qui discendono delle precise responsabilità: «Viviamo in un luogo periferico ma ci stiamo con orgoglio e senza tirarci indietro».
Roberto Laruffa, titolare dell’omonima casa editrice su input della giornalista ha allargato il ragionamento mettendo in relazione l’editoria tradizionale con la nuova frontiera del self-publishing: «Con l’autopubblicazione chiunque può scrivere ma il giudizio di una casa editrice resta importante». Proprio la presenza di service di stampa molto reattivi sollecita una riflessione sull’identità dell’editore. Qual è la sua funzione? È un tipografo? «È molto di più. Fra editore e autore si instaura un rapporto di complementarità che deve essere gestito con professionalità nel comune obiettivo di promuovere il valore del volume dato alle stampe». Tutti viviamo di sogni ma se questi si devono tramutare in progetti allora è necessario fare i conti con i costi. «Il 65% di questi sono assorbiti dalla distribuzione». Ha evidenziato Franco Arcidiaco, fondatore e animatore della casa editrice “Città del Sole”, per poi aggiungere: «E’ assolutamente acclarato come ci siano più persone che scrivono rispetto a quelle che leggono». Se poi, come evidenzia Arcidiaco, si tiene conto anche degli “accumulatori seriali di libri” si vede come la statistica si sbilanci ulteriormente a favore degli scrittori. «Il fatto di operare in un mercato asfittico fa di noi, operatori calabresi, degli editori puri nel senso che viviamo esclusivamente sulla vendita di libri mentre la maggior parte degli editori nazionali fanno parte di grandi potentati». E poi una importante puntualizzazione concettuale: «Noi non siamo editori calabresi. Siamo editori nazionali che operano dalla Calabria». A parlare per ultimo, il terminale principale a Reggio Calabria dell’incontro fra domanda e offerta, il libraio Fabio Saraceno che con la sua “Ave-Ubik” è da sempre di stimolo al mercato e si trova nel difficile compito di scegliere cosa mettere in vetrina e per quanto tempo tenercelo: «Si pubblica veramente troppo. Arrivano giornalmente dai 20 ai 30 colli. E noi cerchiamo di portare fuori il meglio». Oggi la narrativa va per la maggiore e i social – con in testa il cinese TikTok – raggiungono e influenzano il mercato dei lettori giovani. Di questo bisogna tenerne conto nell’impostazione di strategie di vendita. E qui potrebbero tornare in gioco gli editori: essere dei consapevoli valorizzatori dei propri autori con una maggiore selezione e una più costante attività promozionale. La moderatrice, che insieme ad altri due giovani e coraggiosi professionisti (Giulia Polito e Fabio Itri) ha dato vita al nuovo periodico culturale “Bizzòlo”, ha lanciato l’idea di una integrazione forte fra operatori del territorio per riuscire a fare massa critica e ridurre i gap che ci separano dai ben più carrozzati operatori del nord Italia. Tutti avrebbero da guadagnare da un autorevole e professionale punto di vista “da sud”.

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