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Maxiprocesso Scott Rinascita a Lamezia, veleni e lettere anonime

Affiora il pericoloso tentativo di spostare l’attenzione dal dibattimento in corso da oltre un anno nell’aula bunker

Lettere anonime e veleni. Tentativi di gettare pesanti ombre sul maxiprocesso, scaturito dalla monumentale inchiesta Scott Rinascita.
E sul più importante procedimento giudiziario contro la ’ndrangheta unitaria vibonese sorvola da tempo qualche “corvo” autore di lettere dal tenore calunnioso nei confronti dei giudici con l’obiettivo di spostare l’attenzione dall’istruttoria dibattimentale in corso da oltre un anno e mezzo nell’aula bunker di Lamezia Terme. Manovre pericolose che rendono ancora più tortuoso l’iter di un processo complesso, in termini di impegno, attività e corse contro il tempo quando già i tempi si preannunciano dilatati.
Da quanto si è appreso le lettere anonime – che metterebbero in discussione l’imparzialità del Collegio, adombrando “intese” tra i giudici e la pubblica accusa – sono state di recente recapitate all’Ordine provinciale degli avvocati di Vibo e a qualche penalista. Missive infarcite di gravi insinuazioni che hanno indotto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Vibo, Franco De Luca, a porre il caso all’attenzione della locale Procura per l’avvio di indagini finalizzate a far luce su possibili «pressioni e condizionamenti».

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