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Il giornalista calabrese Marco Lupis: "Vi racconto Hong Kong, città sospesa e unica"

Una metropoli e un villaggio assieme, tecnologica e sovrastata dalla natura. e poi c'è la Cina...

Terra di confine, fra Oriente e Occidente, snodo tra mondi e culture diverse, Hong Kong è una città dalle molte anime e dalle molteplici storia che si perdono nella notte dei tempi. Storie e narrazioni ripercorse nel libro “Hong Kong. Racconto di una città sospesa” (Il Mulino), ultimo lavoro di Marco Lupis, calabrese, giornalista e scrittore, corrispondente per quasi venticinque anni dall’Asia per le più importanti testate giornalistiche italiane.

Il libro sarà presentato in Sicilia per la prima volta oggi a Favara, nell’ambito di un incontro promosso dall’Associazione Immagina Aps e dalla Farm Cultural Park; a dialogare con l’autore Roberto Bruccoleri, vice presidente dell’Associazione Immagina e curatore del blog di letteratura di viaggio Blasco da Mompracem.

«Un testo fascinoso – come sottolineano gli organizzatori dell’evento – pieno di storie urbane che solo chi ama a fondo un luogo può avere l’ardore di descrivere così euforicamente. Un libro che ci fa conoscere a fondo una città magica, un unicum urbano senza altri eguali al mondo, dalle storie delle divinità locali all’aristocrazie delle ville sul Peak, dal degrado della “city of darkness” ai cimiteri verticali, dalle guerre dell’oppio alle recenti rivolte in nome della democrazia, da Bruce Lee alla Sars, dalla Cathay Pacific ai serial killer locali, dai tifoni che deturpano tutto ai grattacieli che impongono il potere finanziario».
Diario di viaggio, reportage, saggio ma soprattutto un vero e proprio atto d’amore verso una città che è un caleidoscopio di storie, persone, tradizioni. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Come nasce il libro e cosa ti lega maggiormente ad Hong Kong?
«Dal mio punto di vista Hong Kong è una città per più versi assolutamente unica al mondo, perché difficilmente esiste nulla di simile a questa gigantesca metropoli che nella sua parte centrale assomiglia a una Manhattan asiatica e allo stesso tempo si affianca e si confonde nel caos e nel disordine quotidiano di un gigantesco villaggio cinese e infine, come evidenzio nel mio libro, riesce anche a fondersi con gli elementi primordiali, l’acqua prima di tutto, il mare, i devastanti tifoni, la natura incontaminata che, a sorpresa per chi non la conosca, ricopre la stragrande maggioranza del suo territorio.  E poi ci sono le quasi trecento isole: dove troviamo altrove qualcosa che si possa anche solo lontanamente avvicinare a tutto questo?».

Una città sospesa, Hong Kong, fra un passato ricco e fertile e un presente e futuro marcati dal rapporto complesso con la Cina, quali scenari? 
«All’inizio, all’epoca del passaggio alla Cina (ricordo bene quei giorni perché, come racconto nel libro, io c’ero) sembrò che nulla fosse cambiato. Una sorta di cambio “gattopardesco”: perché tutto resti com’è, bisogna che tutto cambi. Piano piano però le cose mutavano, ma ci vollero più di vent’anni perché precipitassero. La città rappresentava un baluardo della democrazia e dei diritti, scontati in Occidente, ma non in Cina, ormai posta all’interno stesso della Cina, che intanto diventava sempre più autoritaria, oppressiva e assertiva. Così si è arrivati alle manifestazioni oceaniche anticinesi dell’estate 2019 e poi alla repressione feroce di Pechino, che imponendo la legge detta “della Sicurezza Nazionale” ha posto fine, con diversi decenni di anticipo rispetto alla data del 2048 fissata dai trattati, alla semi-autonomia di Hong Kong. Fine dei giochi, almeno per adesso. Vedremo in futuro».

Presenterai il libro in Sicilia, in uno spazio rigenerato e aperto alle arti quale è Farm Cultural Park, come è nato questo incontro?
«L’anno scorso ho presentato il mio libro precedente, “I cannibali di Mao”, ad Agrigento, così ho accolto con grande piacere la proposta di una realtà così prestigiosa come Farm Cultural Park e del suo ideatore, Andrea Bartoli, grazie all’impegno di Roberto Brucculeri di “Immagina coworking Agrigento”. Si tratta di uno spazio del quale la Sicilia deve andare orgogliosa, e che ci invidiano anche all’estero».
Appuntamento quindi alla Farm Cultural Park di Favara, dove sarà possibile visitare il padiglione della biennale sulle città del mondo dove è allestita una splendida mostra sulla città-stato di Hong Kong.

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