«Io per indole sono associativo, mi piacerebbe collaborare con Giovanni Minoli. Ritengo la sua nomina un valore aggiunto per la Fondazione Calabria Film Commission, è un personaggio che non si può discutere. Lui è il commissario o il presidente? Benissimo! Io potrei essere il consulente per la parte cinema, visto che la sua grande esperienza è per lo più di carattere televisivo». Giuseppe Citrigno, ormai ex presidente della Commission (sarebbe comunque scaduto il 20 agosto, a fine luglio Minoli è stato nominato commissario straordinario) lancia messaggi di pace perché ritiene che quella che era diventata la sua “creatura” ha bisogno di costanti cure e attenzioni, per mantenere la credibilità faticosamente ricostruita. «Potrei avere un ruolo operativo, meno appariscente del commissario, lui invece garantirebbe una visibilità importante a livello nazionale». A qualcuno potrebbe sembrare che voglia rimanere in qualche modo attaccato alla poltrona… «Ma no, è vero che io sono cresciuto a pane e cinema e non potrei vivere senza questo lavoro-passione, ma vado avanti anche senza la Fondazione, sono presidente dell'Anec Calabria e ora anche di Unindustria Cinema, ho le mie sale, gli impegni non mi mancano. Sono attaccato, piuttosto, ai risultati raggiunti: dalle produzioni ai premi, dallo sviluppo delle location alla possibilità - soprattutto - che si è data alle maestranze calabresi (tecniche e artistiche) di poter lavorare con costanza e qualità per nove mesi l'anno». L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione Calabria.