La sfida è partita. È ufficiale: la Locride si candida a “Capitale della cultura italiana 2025”. Giovedì sera, è stato presentato il progetto al teatro greco-romano di Locri-Portigliola, dal Gal “Terre Locridee”. La presentazione è stata accolta con grande entusiasmo non solo perché tutti sono fortemente consapevoli che «questa può diventare l’occasione per far convergere tutte le forze politico-sociali ed economiche verso un unico obiettivo che è quello di far decollare il territorio», ma anche perché «i sindaci della Locride iniziano a parlare un solo linguaggio...». Forse è stato proprio per questo forte convincimento che, nel pomeriggio estivo di giovedì, la stragrande parte della classe dirigente della Locride si è ritrovata entusiasta presso il teatro geco-romano del Parco archeologico “dietro all’idea, dietro al sogno”. Entusiaste le relazioni della parte politica del progetto. Ha iniziato il sindaco di Portigliola, Rocco Luglio, a dare scosse forti, evidenziando come finalmente il territorio torni ad essere protagonista senza subire passivamente proposte calate dall’alto. «Da oggi – ha sottolineato – ci saranno 42 campanili che suonano la stessa melodia come un’unica nota». Sulla medesima linea anche il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, che ha parlato «di idea condivisa, di azione sinergica ed unica città della Locride». Il presidente dei Comuni della Locride, Giuseppe Campisi, ha espresso il concetto di «sogno, come percorso di sviluppo». La parte tecnica del progetto è stata illustrata dal direttore del Gal “Terre Locridee” Guido Mignolli, che ha costruito il suo ragionamento su un semplice assunto: perché no? «Molti – ha evidenziato il direttore del Gal locrideo – ci dicono che è un progetto velleitario, molti ci dicono che siamo gli ultimi. A costoro noi rispondiamo: perché no? Perché non sognare che un ragazzo dopo questa esperienza possa pensare di restare nella Locride a costruire il suo futuro sulla cultura e non partire?». Del resto, cos’era Matera 20 anni fa? La Locride intende seguire quella scia positiva. Non a caso Antonio Blandi, rappresentante della cooperativa sociale “Officina delle idee”, parla di «Laboratorio Locride, anzi di una grande fabbrica della cultura dove riuscire a costruire uno strato solido da cui far nascere e crescere il futuro, lo sviluppo, l’economia e l’occupazione. La Locride deve diventare capitale della cultura non solo nel 2025 ma per sempre». Favorevoli al progetto non solo gli interventi di alcuni consiglieri regionali, come Tilde Minasi, Pietro Molinaro, Raffaele Sainato, Giacomo Crinò, e del presidente del Gal “Kroton”, Natale Carvello, del sindaco di Riace, Antonio Trifoli, e del presidente della “Jonica Holidays” Maurizio Baggetta, ma anche quelli dei cittadini come Marcello Pezzano e Lucia Spanò. A tirare le fila della serata è stato il presidente Macrì, che ha ringraziato «quanti sono stati presenti, e quanti hanno chiamato per dichiarare il sostegno al progetto. Pensare in grande – ha affermato – potrebbe rivelarsi il modo più efficace per cambiare le sorti del nostro comprensorio e dimostrare al resto del Paese che anche le “piccole squadre” di provincia sono in grado di realizzare imprese straordinarie. L’incontro ha rappresentato la posa della prima pietra di un progetto ambizioso, ma non per questo irrealizzabile».