È ormai noto che i dialetti regionali siano lo specchio della storia e dell’indole dei popoli di ogni regione.
Verso la fine dell’Ottocento, periodo ricordato come “il secolo d’oro della lessicografia”, lo studioso calabrese Giovan Battista Marzano, spinto dal desiderio di non tralasciare alcun aspetto del patrimonio culturale della sua terra, analizzò gli usi e costumi tradizionali, le pratiche magiche e religiose, le consuetudini agrarie, i racconti, i proverbi e i canti popolari, realizzando il dizionario etimologico del dialetto calabrese pubblicato per la prima volta nel 1890.
Un’opera di 320 pagine costituita da oltre 3000 voci con relativo significato ed etimologia, accompagnate frequentemente da citazione di esempi, modi di dire, proverbi, sempre con localizzazione precisa.
Un documento preziosissimo della tradizione linguistica calabrese che, a distanza di più di un secolo, la casa editrice Edizioni Grifo ripropone in una veste editoriale moderna per facilitarne la lettura e la comprensione, dando nuova forza ad un’opera che fa rivivere una realtà che è quella di un mondo preindustriale, legato, come nei secoli precedenti, alle attività manuali dell’agricoltura e dell’artigianato. Un mondo che sembra lontanissimo nel tempo ed è, invece, solo il nostro ieri.
Il dizionario, da domani in edicola con “Gazzetta del Sud”, arricchirà sicuramente le librerie delle famiglie calabresi e servirà a preservare dall’oblio la lingua parlata dai nostri nonni, fermando su carta, grazie alle parole, momenti di storia vissuta e che solo i termini dialettali riescono ad esplicitare.
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