Non esiste una produzione calabrese che abbia vinto nell'arco di due anni il David di Donatello. Una produzione coraggiosa che risieda in pianta stabile in Calabria “Caput mundi”, mantenga come prefisso telefonico lo “0961” e rappresenti identità e orgoglio. “Indaco Film” di Luca Marino, è la prima al mondo. Nel 2018 ha vinto il primo David con “Bismillah” e qualche giorno fa ha ripetuto l'impresa, sempre nella categoria Cortometraggio, con “Inverno”, un corto autobiografico che, con la regia di Giulio Mastromauro, racconta la storia di un bambino, Timo (Christian Petaroscia), il più piccolo di una comunità greca di giostrai (ci sono il padre, Giulio Beranek, e il nonno, Babak Karimi), che osserva il mondo degli adulti, dove si ritroverà a fare ingresso. Il film si chiude con una riflessione: l'inverno prima o poi finirà ma il suo passaggio avrà comunque lasciato un segno profondo.
Gianni Amelio, Vittorio De Seta, Gregorio Paonessa, sono tutti nomi che nel mondo del cinema hanno fatto la storia, legati alla città di Catanzaro, ma solo nativi dei Tre Colli. Quello che contraddistingue Luca Marino è l'amore per la sua terra e il voler a tutti costi realizzare tutto in Calabria «perché è possibile ed i miei risultati - racconta -, anche grazie alle persone che in questi anni ho incontrato, ne sono una prova». Luca è il calabrese coraggioso dei titoli di coda, senza i quali, però, le scene dei film che a tutti piacciono forse non si vedrebbero. L'incontro con Alessandro Grande è la svolta. Il regista e sceneggiatore catanzarese gli consegna la sceneggiatura di “Bismillah” due anni fa, la leggono insieme sulla spiaggia e in meno di un mese, il primo settembre, iniziano le riprese. «A me non interessa la regia o la sceneggiatura - sottolinea Luca - mi piace la fase organizzativa, quella che Alessandro, che è un po' il mio maestro in questa fase, chiama la regia del progetto. Questo, insieme al suo grande lavoro, mi ha portato insieme a lui fino agli Oscar con il corto “Bismillah”, che è rimasto in corsa fino alla fine».
Il corto “Inverno” è l'elaborazione di un lutto visto con gli occhi di un bambino. «Giulio Mastromauro, che aveva distribuito Bismillah - spiega ancora Luca - , mi ha chiamato per propormi la sceneggiatura di “Inverno” dicendomi che era in parte autobiografica. Questo mi ha colpito molto. Ho letto il testo in una notte e l'ho subito chiamato dicendogli che l'avrei prodotta perché mi convinceva tutto. Naturalmente insieme alla “Indaco” ci sono anche la Zen Movie, la Wave Cinema, Diero Film in collaborazione con Rai Cinema e Calabria Film Commission, ma è un lavoro realizzato veramente bene con un cast straordinario che l'anno prossimo rappresenterà l'italia agli Oscar di Los Angeles».
Una Calabria film commission che confida nei lavori di Luca, «spinta molto dalle mie proposte e iniziative, con un presidente, Giuseppe Citrigno, che crede in una piccola produzione che gli ha portato un David, ha coprodotto il videoclip di Vinicio Capossela “Povero Cristo”, di Daniele Ciprì, con Groellandia, girato a Riace, collaborando con Enrique Iatzoqui, il celebre Gesù de “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, e Marcello Fonte, palma d'oro a Cannes nel 2018 per Dogman ed ha prodotto sempre con la Fondazione Iddhu per la regia di Luigi Pironaci».
Si tratta del quarto David di Donatello che la Fondazione conquista in tre anni di attività, sulla scia del momento d'oro della Film Commission calabrese: «Un'operazione degna di nota - rimarca il produttore - che da quando c'è questa nuova gestione presieduta da Citrigno è la norma. Sono molto vicini alle giovani produzioni, ai registi e alle maestranze locali, a tutto quello che è “Made in Calabria”, con un fondo Pac, ristrutturato per far promuovere e decollare il cinema calabrese. Una fondazione che finalmente funziona alla stessa stregua delle altre major Film commission italiane e che ha creduto in “Inverno” nonostante non fosse ambientato in Calabria, solo perché uno dei produttori era calabrese e i valori della pellicola racchiudono un mood meridionale».
“Inverno”, inoltre, è in finale al “Cortinametraggio” e al Malmo in Svezia, mentre “Indaco film” nel 2020 ha in produzione il lungometraggio, opera prima, di Mario Vitale dal titolo provvisorio “L'afide e la formica”, con protagonista Beppe Fiorello e con la partecipazione di Valentina Lodovini, Alessio Praticò, Nadia Kibout e Cristina Parku, sostenuto sempre dalla Calabria Film Commission. Il film, presentato allo scorso Festival di Venezia, mette al centro le vicende di una ragazza nata in Calabria da genitori musulmani per cui correre è importante perché significa «scappare».
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