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Un altro film... made in Calabria ma la trama è top secret

La sua mission, la “Calabria FilmCommission” la contiene già nel nome, e racconta una storia di resistenza e di impegno civile attraverso la scelta di portare il cinema-mondo in Calabria e la Calabria nel mondo attraverso il cinema. Professionalità, passione, lavoro di squadra sotto l'egida del suo presidente, l'instancabile Giuseppe Citrigno, per rivolgere l'attenzione al territorio, un atlante di bellezze da ri-scoprire, ma anche alle realtà umane, per valorizzare i giovani talenti calabresi e promuovere imprese e maestranze calabresi.

Il cinema deve raccontare storie e, come la narrativa, fa spesso un lavoro migliore della realtà: lo dicono i dati, i numeri delle produzioni, con il risultato che la Calabria è diventata una terra “cinematografica”, una piccola Cinecittà, come ricorda con orgoglio Citrigno, grazie anche alla Regione Calabria, il cui sostegno dà alla Calabria FilmCommission la possibilità di programmare le attività di triennio in triennio con un budget importante; e infatti, dopo tanti anni di assenza, qualche mese fa il governatore Oliverio ha portato in giunta, poi in consiglio europeo la prima legge sul cinema e l'audiovisivo.

Ma i progetti della Calabria Film Commission sono ancora più ampi: alzare, con un bando 2020, l'asticella della percentuale minima richiesta di forza lavoro calabrese e residente in Calabria e preparare corsi di formazione sia per le maestranze tecniche che per quelle artistiche, per certificare l'esperienza fatta sui set.

Viaggiare, per conoscersi e conoscere il mondo, per imparare a fare il cinema, cercando maestri, facendo lo scenografo, il fonico, l'operatore di fotografia, anche l'animatore nei villaggi turistici, magari per poi pagarsi un corso: per il giovane regista crotonese Aldo Iuliano (classe 1980, fumettista e storyboarder e una laurea in Scienze della Comunicazione) allontanarsi dalla propria terra è stata una necessità, ma tornare è stato il viaggio più emozionante, come ha raccontato a Caccuri, suggestivo comune crotonese, durante la conferenza stampa di fine riprese del suo primo lungometraggio “Space monkeys”, in un incontro moderato dalla giornalista Raffaella Salamina della Calabria FilmCommission, alla presenza di Giuseppe Citrigno, di Marianna Caligiuri, sindaco di Caccuri, di Andrette Lo Conte, produttrice del film, della Freak Factory, del maestro Daniele Ciprì, direttore della fotografia, e del cast di “Penalty”, il cortometraggio che è valso a Iuliano il Globo d'Oro 2017 e che è stato in cinquina ai Nastri d'Argento 2017, collezionando più di 45 premi internazionali.

Attorno al cast e allo stesso contenuto di “Space monkeys”, invece, un assoluto riserbo, presente solo la giovane protagonista, l'attrice francese Souad Arsane, già segnalatasi ai César 2018 come protagonista di “A genouxles gars” in concorso a Cannes. Ed è stato lo sguardo profondo di Souad, incontrata casualmente proprio a Cannes, a convincere Iuliano a volerla come protagonista di “Space monkeys”, “Le scimmie spaziali”, una metafora sulla quale il regista mantiene ancora il silenzio, perché «viviamo nel mondo delle immagini e tutti dicono qualsiasi cosa subito, allora nascondere è più interessante, così come immaginare cosa possa raccontare questo film».

Ma qualche indizio Iuliano lo dà: le scimmie spaziali sono tra noi, e il tema del film è delicato, ma anche politico, perché fa riflettere sulla realtà che ci circonda. E poi c'è l'indagine su un certo lato dell'adolescenza nell'affrontare i problemi della vita, e la presenza stessa della giovane Souad, perché questo è un film giovane e con un cast giovane.

«Un progetto portato a termine dopo cinque anni di gestazione ma scritto tanti anni fa con mio fratello Severino, anche lui sceneggiatore - ha raccontato il regista calabrese - ma c'era, tuttavia, qualcosa che non mi convinceva (inizialmente il protagonista era un ragazzo); leggevo le prime bozze di sceneggiatura e non riuscivo a “vedere” il film, cioè vedevo la storia ma non vedevo le scene, poi però con Souad mi si è accesa una scintilla e ho pensato che forse stavamo sbagliando l'angolazione, come quando in una scena non riesci a trovare il punto macchina. Forse questa ragazza, senza troppi giri di sceneggiatura, poteva raccontarmi meglio questa storia».

Quanto alla sua poetica, Iuliano, che ha lavorato per Rai, Mediaset e Sky e ha diretto serie web, videoclip, spot, format tv, vuole raccontare la realtà attraverso la fantasia, come Ciprì ha fatto con la Sicilia, cosa non sempre apprezzata, purtroppo, dai produttori - ha detto - perché in Italia non si sperimenta più, non si lascia spazio ai giovani per esprimere le proprie idee, per ribellarsi.

Ma poi è arrivata Andrette Lo Conte, che ha creduto nel suo progetto. Così è nato prima il bellissimo “Penalty” e adesso, con la stessa filosofia, “Space Monkeys”, un'esperienza interessantissima - ha ricordato Lo Conte - perché il film è un mix ideale di un cast giovane di tutto rispetto e di una troupe importante (tra gli altri, i pluripremiati Marco Spoletini per il montaggio, Francesca Sartori per i costumi, Paki Meduri per le scenografie, Daniela Altieri per le acconciature).

Per raccontare ancora la Calabria, ma non con i soliti stereotipi, mare, montagne, peperoncino e 'nduja, bensì con la fantasia, «con tante piccole iniezioni di Calabria», portando dentro il film quel che a Iuliano piace di casa e cosa potrebbe piacere alla gente che sta fuori. Un mondo da scoprire, quando il lungometraggio sarà nelle sale e ricomincerà il suo viaggio, parlando altre lingue, oltre l'italiano, ma mantenendo la stessa forza di persuasione.

Dunque, coraggio di sperimentare, quello di Iuliano, e “follia” condivisa con Daniele Ciprì e con CalabriaFilmcommission. «Aldo Iuliano - ha detto Ciprì - ha avuto la fortuna e la libertà di realizzare come opera prima un film indipendente, ma fatto con l'anima, che crea una grande aspettativa per chi va a vederlo».

In questo ha creduto Ciprì, nostalgico di un cinema fatto dalla gente, e severo censore di film da lui definiti “democratico cristiani”, che non lo divertono né lo convincono più, per non parlare di certi lavori spazzatura, inguardabili commedie preconfezionate. E se Iuliano ha ringraziato Caccuri per la meravigliosa ospitalità (del resto, come ha ricordato Citrigno, senza l'aiuto delle amministrazioni comunali non sarebbe possibile portare sul territorio una produzione), il sindaco Marianna Caligiuri ha ringraziato il regista, il cast e tutta la troupe per aver vissuto assieme questa meravigliosa esperienza.

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