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Catanzaro, Cosenza, Pedivigliano e San Fili: viaggio nella Calabria delle streghe

Foto storica di Cosenza, il cui centro fece da sfondo alle vicende di Caterina Greco

Generalmente considerata come un insieme di pratiche magiche e rituali, la stregoneria ancora oggi è un tema che tiene banco. Fenomeno presente fin dall'antichità, ricorre anche oggi la domanda: ma le streghe sono davvero esistite?

Si parla di streghe e ad esse legate delitti, miti e leggende già nel Tardo Medioevo. Donne che scendono a patto col demonio per mettere in atto la propria vendetta. Rinnegano il battesimo, e si trasformano nelle peggiori delle figure. Ancora oggi a Cosenza, si narra la leggenda della strega santa, risalente al 1906.

Era una 70enne, cieca e capace di fare sia del bene ma anche del male. Il suo nome era Caterina Greco. La magia nera, ad esempio, permetterà ad un negoziante di tessuti di svoltare negli affari. Tutto degenera quando il negoziante e la sua famiglia, quella dei Portone, chiedono a Caterina la restituzione di un vecchio prestito, 18 lire. Ma proprio quando il negoziante sta per intascare il denaro che diventa zoppo. "È stata lei", tutti dissero. Sarà la moglie del negoziante zoppo a vendicarsi del marito, uccidendo Caterina. Questa leggenda è tuttavia una traccia storica, sottoscritta da Francesco Carravetta nei suoi volumi.

Una testimonianza che conferma l'esistenza delle streghe. Dopo Cosenza, fu eclatante il caso della fattucchiera di Catanzaro, Cecilia Faragò.

Di streghe si può parlare a Pedivigliano. Nel 1871, su di loro, il presbitero, poeta e patriota di Acri, Vincenzo Padula, scrisse parole poetiche all’interno della sua “Protogea”.

Donne dalle magiche parole, ma dal sorriso diabolico. Donne che parlano con il vento e con la luna. Un altro centro, quello di San Fili, è pure noto per l'alta densità di streghe.

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