Un film legato all'archetipo del padre e che esalta la forza meravigliosa dell'amicizia che due bambini scoprono durante un'estate particolare, che li vedrà condividere momenti di gioco ma anche di formazione, sullo sfondo di una realtà caratterizzata dalla violenza degli anni di piombo che segnarono la storia italiana della fine degli anni Settanta. È il lungometraggio che sta dirigendo in questi giorni in Calabria il regista Claudio Noce, dal titolo “Padre Nostro”, con protagonista Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, i giovanissimi Mattia Garaci e Francesco Gheghi.
Nel cast anche l'attore calabrese Francesco Colella e numerose comparse selezionate dai casting che sono stati curati dall'attore Lele Nucera. Si tratta di un film drammatico, che uscirà nelle sale nel 2020, scritto dallo stesso regista romano con Enrico Audenino, e prodotto da Lungta Film di Andrea Calbucci e Maurizio Piazza, da PKO Cinema & Co., società di produzione dello stesso Favino, da Tendercapital Productions in collaborazione con Vision Distribution e con il sostegno della Calabria Film Commission.
Dopo i primi ciak a Roma, le riprese si sono spostate in Calabria e si stanno concentrando in diverse location come la Sila, con Lorica e il lago Arvo, la costa tirrenica con Scilla e Palmi e la fascia ionica con Camini, Riace e il castello di San Fili a Stignano. Luoghi, questi, che con la loro singolarità paesaggistica daranno sostanza al ruolo di personaggio, che la Calabria incarna nel film per scelta stilistica, affettiva e narrativa dello stesso regista Noce. È quanto emerso nella conferenza stampa moderata da Raffaella Salamina, che ieri sera al Parco dei Principi di Roccella ha visto protagonisti una parte del cast con il regista Claudio Noce, Pierfrancesco Favino (che nel film interpreta Alfonso, padre di Christian, uno dei due bambini), Barbara Ronchi (Gina, mamma di Valerio), i produttori Andrea Calbucci e Maurizio Piazza, il presidente della Calabria Film Commission Giuseppe Citrigno e il dirigente del settore cultura della Regione Salvatore Bullotta.
«La Calabria si inserisce a pieno titolo nel film, perché è in queste terra che si sviluppa il racconto che lavora su due piani: quello del gioco e della fantasia dei bambini e quello della realtà degli adulti - ha evidenziato Claudio Noce - . Il presupposto è un fatto realmente accaduto nella mia famiglia, mio padre è nato qui e il ricordo di tante estati passate in Calabria mi ha ispirato una storia che parte da una connotazione privata per poi assumere un respiro universale».
Entusiasta e sorpreso anche di alcune location anche lo stesso protagonista Favino: «È la prima volta che vengo a lavorare in Calabria, ma con questa regione ho un bellissimo rapporto perché la conoscevo già da bambino, avendo trascorso qui bellissime vacanze. Mi ha affascinato la Sila che non avevo mai visitato».
«C'è una grande attenzione verso questa regione che offre una varietà di territorio sorprendente e questo sicuramente, insieme al lavoro svolto dalla Film Commission, può favorirla nel diventare in futuro un luogo privilegiato come set del cinema d'autore», ha aggiunto l'attore. Del film mette in rilievo l'importanza del rapporto di amicizia tra i due ragazzini al centro della storia: «I nostri due protagonisti vivono la loro amicizia in un momento di grande tensione della storia d'Italia, ma ciò che hanno più a cuore è il loro legame. Quando per la prima volta Claudio Noce mi parlò di questo film, la cosa che mi colpì fu il fatto di rivedermi in quei ragazzi, essendo stato più o meno piccolo all'epoca dei fatti e sono riuscito a capire le emozioni che vivevano loro, soprattutto l'importanza del sentimento dell'amicizia».
Quando infine gli chiediamo come sta vivendo l'attesa per la cerimonia degli Oscar a cui è candidato con il film di Marco Bellocchio “Il traditore”, alla luce anche del recente successo al New York Film Festival, Favino confessa: «Lo vivo con grandissima gioia. Riuscire a fare qualcosa che va aldilà dei nostri confini ci fa sentire felici e orgogliosi di poter rappresentare il nostro Paese. La strada per arrivare a quella serata è lunghissima, ci sono 93 film che concorrono a questa possibilità, noi ce la metteremo tutta per arrivare in fondo».
Intanto, si gira in Calabria, ed è una produzione che sta molto a cuore alla Film Commission: «Abbiamo creduto subito nel valore di questo lavoro cinematografico non solo per la forza produttiva, ma anche per il lavoro del regista e del cast e la storia stessa e ci auguriamo che possa far vedere a un vasto pubblico la nostra regione in positivo», ha auspicato il presidente Citrigno.
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