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Il parco Terina di Lamezia resta chiuso

Il sito di Terina (da lameziastorica.it)

Nelle azioni per la tutela, la messa a sistema, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale della Calabria rientra la realizzazione del “Parco archeologico di Terina”. Si tratta di attività di scavo, restauro e valorizzazione all'interno dei fondi Fesr 2007/2013 pari a 1 milione di euro ma la restituzione del bene alla città è durata un solo giorno: il 19 novembre del 2016 l'inaugurazione del parco a contrada Iardini di Renda vedeva istituzioni locali regionali e soprintendenza uniti da un unico sentimento di entusiasmo.

Abbiamo incontrato la professoressa Stefania Mancuso, archeologa, per tracciare la storia e le fasi del progetto, e per comprendere i motivi del suo reale abbandono. Si è parlato di gestione ma in tre anni non si è fatto nulla per concretizzarla, ad oggi gli scavi recintati sono cosparsi da erbacce; la memoria a Lamezia si cancella facilmente.

«La prima campagna di scavi a Terina è stata realizzata nel 1997 dall'amministrazione Lo Moro, insieme alla soprintendenza con Roberto Spadea - racconta la Mancuso che tanto s'è battuta con continui solleciti per la cura del posto - nella proprietà Cristiano c'era un impianto di uliveto, da lì è partita una indagine che ha portato il Comune nel 2002 ad espropriargli il terreno; nel ripulire le buche si cominciavano a vedere i primi impianti di muri - aggiunge -. L'archeologia non è una cosa da visionari è un'attività concreta che sta sotto i nostri piedi».

Le ultime notizie risalgono a marzo 2018, quando l'associazione Natale Proto aveva sollecitato il comune all'apertura del parco. Il commissario Alecci che aveva parlato di predisposizione di un bando specifico faceva pure presente che dal Mibac non era ancora stato consegnato formalmente il parco al Comune.

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