
Ancora un saggio di Bruno Gemelli, “Sayonara”, questa volta edito dalle “Officine editoriali da Cleto”.
Il libro si chiama, appunto, Sayonara perché è dedicato al primo profilo di una carrellata di 37 figure femminili. Si tratta di una donna, una pilota di gare automobilistiche, Ada Pace, che nella sua professione si faceva chiamare “Sayonara” per canzonare i maschietti.
Questa è la porta d’ingresso del presente pamphlet che cammina sul crinale della più asciutta memorialistica. Le figure femminili si caratterizzano per la unicità della vicenda umana attraversata. Donne tutte in credito di qualcosa, la sorte per lo più, forse a causa della loro tigna.
La carrellata delle “dimenticate” ha utilizzato la cronaca datata, pescando nella varia umanità locale, nazionale e persino internazionale; dalle vittime eroiche alle malvagie, dalle fortunate e talentuose alle sfortunate, senza pregiudizi narrativi o altre sovrastrutture.
Perché le donne sono in credito? Perché devono sempre dimostrare qualcosa in più. Da qui la teoria di alcune figure che si sono rese protagoniste di un qualcosa di significativo, magari piccolo, che andava, in qualche modo, registrato.
Le trentasette protagoniste di questo ventaglio umano, diverse per luogo, epoca e censo, fanno da corollario a una rappresentazione non banale, qualche volta tragica come le storie di Rossella Casini e Alessandra Sgarella, nel tempo in cui vissero.
Ci son esempi di protagonismo positivo, come quello vissuto da Emma Strada, la prima donna che si è laureata in ingegneria in Italia e che ha svolto il primo lavoro a Catanzaro, distante dalla sua città, Torino, oltre mille chilometri.
C’è la figura di Margot Woelr, l’assaggiatrice di Hitler; una vicenda resa attuale dal film “Le assaggiatrici” di Silvio Soldini, tratto da romanzo di Rosella Postorino.
Oppure la figura di Luciana D’Oriano, fucilata a Forte Bravetta, l’unica donna ad essere giustiziata in Italia. O la storia, abbastanza recente, della francese Giséle Pelicot, fatta sedare e stuprare una settantina di volte dall’ex marito-orco che è stato condannato dal tribunale di Avignone a 25 anni di carcere. O ancora la vicenda di Bice Carrara, in arte Maritza, la chiromante che divenne la prima serial killer italiana; e poi attrici come Stefania Sandrelli e Lea Padovani, sportive come Jasmine Paolini ed Hend Zaza, politiche come Lina Merlin e Jole Giugni Lattari, scrittrici come Agatha Christie ed Helene Barolini, giornaliste come Elsa Maxwell e Irene Brin, suore come Anna Donelli, donne pie come Irma Scrugli.
Completano le 37 figure Anna Gastel, Giovanna Gullì, Franca Florio, Maria Oliverio, Anna Rita Pincopallo, Teresa Talotta Gullace, Cristina Fernandez De Kirchner, Paola Alagia, Daisy Oyemwenosa Osakue, Silvia Nowak, Mădălina Diana Ghenea, Maria Sacco, Lucia Goracci, Loredana Scalone, Carmela Febbraro, Salomé Zourabichvili e Maria Mileto.
Sabato 26 aprile 2025 il libro sarà presentato a Locri.
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