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Sanità pubblica, diritto sospeso. In Calabria promesse di cure e conti in rosso

Spesa pro capite in Calabria in linea con la media italiana, ma i livelli essenziali di assistenza sono sotto la soglia. Fuori dal commissariamento, ma non dalla crisi. Cure negate, personale carente e servizi territoriali incompiuti

Roberto Occhiuto andrà a Roma a riscuotere l’“assegno” della Meloni: l’uscita dal commissariamento della Sanità. Una promessa solenne, pronunciata sul palco di Lamezia a pochi giorni dal voto regionale che ha rafforzato l’asse di governo del centrodestra. Stop alla tenaglia del Commissariamento (pur se i conti resterebbero, comunque, ancorati ai vincoli del piano di rientro) che costituisce il punto cieco da cui ripartire per rilanciare quello che, per adesso, nonostante gli sforzi degli ultimi anni dello stesso Occhiuto, hanno fatto della Calabria una narrazione di solitudine, sofferenza, lotta, dolore per la malattia e fuga per inseguire cure e speranza di guarigione. Un mondo che, per troppo tempo, ha accumulato pazienti in coda per tutto e che, adesso, sembra poter cambiare.
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