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Erano 30mila, ne sono rimasti 4.708, tra 5 anni in Calabria non ci sarà più un forestale

Tra quattro, massimo cinque anni, in Aspromonte non ci sarà più un solo forestale. Nessuno a sorvegliare i boschi, nessuno a pulire i sentieri, nessuno a prevenire frane o incendi. Nessuno a custodire la montagna. Il deserto umano è dietro l’angolo. Un tempo, erano trentamila in tutta la Calabria, oggi sono meno di cinquemila. Per la precisione: 4.708. E ogni anno ne spariscono un po’ di più. Un’emorragia silenziosa e inesorabile, causata da una legge nata quarant’anni fa e mai superata: la famigerata legge 442 del 1984, che da allora blocca le assunzioni nel comparto forestale. La politica fino ad oggi ha scelto l’immobilismo. Ma il conto è arrivato.
Nel comune di San Luca, simbolo dell’Aspromonte, con la più ampia superficie boschiva di tutta la provincia reggina, il declino è plastico: da circa mille forestali negli anni Ottanta a meno di 150 oggi. E il calo non si ferma: ogni anno, circa 15-20 operai vanno in pensione, senza essere sostituiti. A questo ritmo, nel giro di pochi anni, il numero sarà zero. Letteralmente. Il più giovane tra i lavoratori attuali ha più di 50 anni. Non esiste al momento nessun piano di ricambio generazionale. Nessuna scuola forestale. Nessun concorso. Solo attesa e rassegnazione.
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