
A Cerva, nel Catanzarese, e Tropea, nel Vibonese, sono arrivate le ultime proroghe, in ordine di tempo, del commissariamento del Comune per infiltrazioni o condizionamenti di tipo mafioso. Una decisione, indicata nelle rispettive motivazioni, legata alla necessità di far proseguire l’attività di risanamento avviata dalle triadi all’opera negli enti. Un lavoro - lungo 18 mesi più l’eventuale proroga per altri 6 - che si svolge lungo diverse direttrici: quella ordinaria, legata all’attività amministrativa da portare avanti ogni giorno, e quella straordinaria, fatta di interventi più radicali che spesso incidono direttamente anche sulle stesse piante organiche dei Comuni, al fine di “estirpare” ogni potenziale radice di infezione mafiosa.
In Calabria, così come nelle altre regioni interessate dal fenomeno delle infiltrazioni mafiose, gli enti sottoposti al provvedimento più estremo da parte del governo sono al centro dell’attenzione costante da parte del Viminale. Quello che accade una volta insediata la commissione emerge con chiarezza in una relazione che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presentato al Parlamento.
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