Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

“Lieti calici” di vino calabrese: vendemmia 2025 di alta qualità

Crescita di produzione stimata al 15%, nonostante le gelate primaverili

Franco Aceto

Sono alte le aspettative positive per la produzione 2025 di vino calabrese, sia in termini di quantità che di qualità. Dopo un periodo di sofferenza, soprattutto per via delle condizioni climatiche, quest’anno i vigneti calabresi sono pronti a brindare con ottimismo. La conferma arriva da Coldiretti che stima una crescita della produzione del 15% rispetto al 2024, con una qualità delle uve ritenuta «ottima». Il dato è analogo a quello elaborato da Assoenologi, Unione italiana vini e Ismea con Masaf e Regioni. Una rinascita che arriva nonostante le gelate primaverili, soprattutto nel Crotonese, zona storicamente ad alta vocazione enologica, ma che punta al elevare la qualità del prodotto a fronte di una leggera perdita di raccolto. «I nostro vignaioli – dichiara Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – sono interpreti di una filosofia vinicola di altissima qualità e di rispetto incondizionato per il territorio e le biodiversità. L’unica nota negativa è stata la presenza dei cinghiali che in qualche zona sono stati i protagonisti in negativo della vendemmia».

A trainare il comparto, secondo i dati di produzione e consumo, è il “Cirò Classico”, etichetta storica e identitaria della Calabria. Lo scorso 25 luglio, la Commissione Europea ha ufficialmente riconosciuto il Cirò Classico come Docg, la prima per la Calabria. Un traguardo che premia l’impegno di decenni di lavoro e valorizzazione territoriale da parte delle aziende vinicole, da quelle storiche, passando per le più giovani ed intraprendenti. La Docg Cirò Classico si applica esclusivamente ai comuni di Cirò e Cirò Marina, fino a un’altitudine massima di 462 metri sul livello del mare. Il vitigno principale è il Gaglioppo, minimo il 90%, e i vitigni complementari Magliocco e Greco nero fino al 10%, l’affinamento minimo è 12 mesi di cui quattro in legno.
Con questa la Calabria sale a 19 denominazioni nel comparto vino, alzando la posta in gioco a dimostrazione che si è sulla strada giusta, non solo nella zona del Cirotano, ma anche in altri territori in fase di espansione di produzione: cosentino, reggino e lametino. «La superficie “a vite” in Calabria è di circa 9mila ettari – evidenzia Coldiretti – le etichette delle varie aziende sono in crescita costante. Pur rappresentando lo 0,7%, con circa 270mila ettolitri, di produzione nazionale, dalla nostra abbiamo un patrimonio di vitigni autoctoni di pregio ormai riconosciuti a livello internazionale. Grazie alle iniziative di promozione con una presenza capillare nei circuiti enogastronomici e nei principali eventi tenuti anche in Calabria; questo apre nuovi mercati ma anche rafforza la presenza in quello interno». «D’altronde – sottolinea Coldiretti – nelle rassegne aumentano i riconoscimenti, segno di una crescente qualità del nostro vino, alimento simbolico, che unisce convivialità, paesaggio e benessere. E se da un lato la vendemmia sta dando eccellenti risultati, dall’altro i vignaioli si trovano sempre più alle prese con la morsa composita di dazi, svalutazione del dollaro, diminuzione del potere d’acquisto».

Sono anche i produttori calabresi a confermare come l’andamento della vendemmia 2025 sia in ripresa: «Quest’anno puntiamo a un incremento nella produzione – ci dice Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria e produttore di vino – nel reggino i numeri sono confortanti e in ripresa. L’elemento che ci soddisfa di più è la qualità del prodotto. La vendemmia è andata bene sia sul versante tirrenico, in Costa Viola, ma anche sull’intera area dello Stretto e su quello Jonico. Tutte zone nelle quali i produttori e le aziende hanno puntato sulla rivalutazione delle uve tradizionali, puntando su innovativi metodi di produzione che ne hanno migliorato la resa e la qualità».
«C’è molta curiosità del mercato sul vino calabrese – evidenzia Tramontana – che riesce a conquistare piccole ma significative quote, in ambito sia nazionale che internazionale, su cui molto è stato fatto. Ci auguriamo che la strada possa proseguire nel migliore del modi anche per far crescere l’indotto che è spesso associato al turismo».
Il cosiddetto “Vigneto Calabria”, appare dunque sempre più trainante per il settore agroalimentare, nascono opportunità di lavoro per 13mila persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione, in attività connesse e di servizio, marketing, ma anche multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo. Infine, ancora Coldiretti segnala il protagonismo dei giovani vignaioli con una crescita costante della presenza delle donne, che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice che imprime dinamismo all’agroalimentare “Made in Calabria”.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano
o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia