La Calabria è un sogno, una terra imbevuta di paesaggio tra montagne mozzafiato e la meraviglia del suo mare. Un cono ricco di luci e di colori dove mito e leggenda si combinano all’interno di percorsi secolari. In mezzo a boschi, corsi d’acqua e vallate sempreverdi la natura disegna forme e colori. Suoni, odori e voci che si ritrovano seguendo i sentieri modellati dalla storia. Luoghi che si sporgono verso un altrove misterioso e dove è possibile trovare tutte le risposte al nostro inquieto presente. Una zolla che ha sempre ispirato la filosofia meridionale di gente abituata a lottare. Ma negli ultimi venti-trenta anni, però, la magia si è interrotta. I piccoli borghi delle aree più interne stanno appassendo. Pochissime nascite, giovani in fuga, scuole e negozi chiusi, case vuote, solitudine, il deserto sociale. La crisi demografica ha rovesciato gli equilibri mettendo a rischio il futuro della civiltà umana nei paesi più remoti, aree che lo Stato ha già condannato alla desertificazione ritenendo la struttura demografica dei borghi definitivamente compromessa. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale