
La decisione del cda del Santuario di Polsi di annullare la festa della Madonna della Montagna perché i devoti di San Luca non sono d’accordo sulla scelta di celebrare l’evento nello stadio di Locri, non trova d’accordo il popolo dei social e lascia l’amaro in bocca in quanti speravano di concentrare la novena e la festa nella chiesa Santa Maria della Pietà. E per convincere la Diocesi di Locri e le autorità, erano pronti non solo ad aprire le loro case ma anche a collaborare per il servizio d’ordine. «Eccellenza – scrive Paolo Giorgi sulla propria pagina – i sanluchesi “vogliono essere parlati” e le assicuro che sanno ascoltare e capire. La decisione di non fare la festa è molto grave e la carica di una responsabilità immensa. Per la prima volta nella sua quasi millenaria storia, non verrebbe celebrata una festa che rappresenta il cuore pulsante della religiosità calabrese. I sanluchesi sono una parte relativamente piccola di fedeli e non hanno alcuna “pretesa” sulla Madonna. Forse si sentono un po' i custodi di una tradizione che affonda le sue radici in secoli di storia che qualcuno, insensatamente, le ha consigliato di cancellare. Sarebbe stato più opportuno affrontare la vicenda attraverso un approccio meno diretto cercando una soluzione condivisa». Giorgi chiama in causa anche e soprattutto chi ha chiuso la strada e creato così le condizioni per non fare la festa: «La frana, più che la strada, ha seppellito le coscienze di quanti non hanno fatto niente per affrontare la situazione».
Per Domenico Bartolo, invece, nella scelta di annullare la festa non ci sono «né vinti né vincitori», perché la Madonna rimarrà «sola». E «per non darla vinta a San Luca – scrive Bartolo – non la si è data a nessuno».

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia