Assalto al caveau col kalashnikov, arrestata dopo sei mesi la "mente" del gruppo. Coinvolte anche due guardie giurate calabresi
E’ durata sei mesi la latitanza del cerignolano Tommaso Morra, il capo della banda di rapinatori che aveva progettato l’assalto, poi fallito, al caveau Mondialpol di Calcinato (Brescia) l’11 marzo 2022 e che avrebbe dovuto fruttare 83 milioni di euro. L’uomo è stato arrestato nella sua città, Cerignola (Foggia), dove si nascondeva. Dovrà scontare la pena definitiva di 12 anni e 6 mesi di reclusione. Una condanna frutto di indagini culminate nello spettacolare blitz dei Nocs che aveva portato al fermo dei 31 rapinatori (quasi tutti cerignolani) poco prima che entrassero in azione. Tra i fermati, anche due guardie giurate, calabresi di nascita ma residenti nel Bresciano, dipendenti della Mondialpol. Il gruppo, stando alle indagini, era specializzato in assalti a furgoni portavalori e rapine e pare si fosse appoggiato a 'ndranghetisti sul territorio bresciano e a uomini che si misero a disposizione come basisti. Il piano, messo a punto anche da Morra, era efferato e molto cruento: prevedeva il posizionamento di 26 auto rubate che avrebbero dovuto bloccare le strade e che sarebbero poi state date alle fiamme per evitare l’intervento delle forze dell’ordine. In 14 avrebbero dovuto assaltare armati il deposito di denaro. Con una ruspa avrebbero dovuto abbattere il muro del caveau. Una volta afferrati, i soldi sarebbero stati caricati su un tir che era arrivato a Brescia carico di uomini e armi e che doveva tornare con 80 milioni di euro. Ma non se ne fece nulla, perché mentre loro progettavano e provavano l’assalto, la Procura di Brescia li stava intercettando già da sei mesi e conosceva tutte le loro mosse. Si scoprì così che il gruppo criminale era diviso tra un appartamento a Gardone Valtrompia, uno a Ospitaletto e il capannone di Cazzago San Martino, il covo del gruppo. Qui entrarono in azione polizia, carabinieri e i reparti speciali che aprirono varchi facendo esplodere degli ordigni. La banda era ben equipaggiata: nel blitz furono sequestrati quattro fucili d’assalto, kalashnikov, mitragliette Uzi, pistole, chiodi per bucare pneumatici e munizionamenti di guerra, oltre a 21 bombe molotov. L’arresto di Morra, ritenuto un «pericoloso criminale», è stato possibile grazie ad indagini della Polizia, con il supporto della Guardia di Finanza, e il coordinamento della Procura generale presso la Corte d’Appello di Brescia e dalla Dda di Bari.