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Calabria, giuristi divisi sul futuro della Sanità: l’incognita sul ruolo del commissario

L’incarico affidato dal governo ad Occhiuto nel 2021 dovrà essere rinnovato con un nuovo Dpcm? Sullo sfondo il tema del passo indietro 45 giorni prima del voto per non incorrere nell’ineleggibilità

Le dimissioni firmate dal governatore calabrese Roberto Occhiuto sono destinate a determinare scossoni anche nella gestione della sanità calabrese? La domanda sta arrovellando (e non poco) i neuroni di chi quotidianamente opera nel settore e, soprattutto, quelli dei diretti interessati. Ad oggi il presidente dimissionario della Regione ricopre gli incarichi di commissario ad acta per l’attuazione di Piano di rientro e quello di commissario per la realizzazione dei nuovi ospedali. E anche se dall’entourage del governatore forzista continuano ad assicurare che non ci saranno scossoni, rimane il problema di chi e come, rispettivamente, manterrà o assumerà il compito di esercitare il potere sostitutivo del governo nazionale assumendo la carica commissario ad acta.

I due criteri per le nomine
In linea teorica il Consiglio dei ministri può scegliere di nominare un presidente di Regione (a maggior ragione dopo una sentenza della Consulta datata 2019 che ha eliminato l’incompatibilità tra le due figure) o una persona dotata delle competenze necessarie per esercitare tale ruolo. Nel caso della nomina tecnica la sua durata è pari alla scadenza assegnata dalla delibera di nomina dell’Esecutivo. Nella ipotesi di nomina istituzionale è da considerarsi in vigore finché la stessa dura.
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