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Regione Calabria, sciolto il Consiglio: preso atto delle dimissioni di Occhiuto. Ora si attende la data del voto

L'ex presidente: "Dimissioni contro chi usa le inchieste per la lotta politica". Opposizione all'attacco: ""Piegate le istituzioni. Agli slogan risponderemo con la realtà dei fatti"

Il Consiglio regionale della Calabria ha preso atto delle dimissioni del presidente della Regione Roberto Occhiuto, dopo una seduta svoltasi a Palazzo Campanella, ai sensi dell’art. 60 della Regione. Il presidente dimissionario ha preso la parola dopo gli interventi di vari consiglieri, di maggioranza e di opposizione, ribadendo quanto finora ha affermato pubblicamente per chiarire i motivi legati alla sua decisione di interrompere la legislatura con un anno e mezzo di anticipo, questione esplosa dopo l’avviso di garanzia notificatogli dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta da Salvatore Curcio. «Ho sempre avuto rispetto, e continuo ad averne, della magistratura - ha sottolineato Roberto Occhiuto - contrariamente a quanto, in genere, avviene poichè sono uomo delle istituzioni e in tale veste, ho rispetto verso tutte le istituzioni. Peraltro - ha sottolineato - proprio con la magistratura calabrese ho costruito un rapporto di collaborazione che ha permesso di portare avanti importantissime infrastrutture, come il costruendo ospedale della Sibaritide». Occhiuto, inoltre, ha affermato che sarà la campagna elettorale lo scenario in cui riferirà minuziosamente, darà conto ai calabresi «quanto questa Giunta regionale e questa maggioranza siano riusciti a compiere, risultati mai raggiunti prima negli ultimi 40 anni di regionalismo. Posso affermare - ha detto - che ogni atto, ogni riforma decisa da questo Consiglio regionale, è servita essenzialmente ad affrontare e risolvere i problemi della Calabria e dei calabresi e non per salvare la poltrona di qualcuno: dalla sanità, alla riforma delle Autorità regionali; dall’avere evitato la chiusura degli ospedali pubblici con l’arrivo dei medici cubani, agli investimenti aggiuntivi di 3,6 miliardi di euro per la progettazione ed il completamento della Statale 106 jonica, fino a Melito Porto, in provincia di Reggio Calabria e, infine, il rilancio del sistema aeroportuale regionale calabrese che non solo ha evitato la chiusura degli aeroporti, ma ha prodotto un risultato straordinario avvicinando le bellezze della nostra terra a migliaia di turisti che prima non avevano la possibilità di raggiungere la nostra regione». Rimane ancora aperta la data in cui i calabresi saranno chiamati alle urne, poichè la 'finestra elettoralè utile è ricompresa tra il 28 settembre e il 9 novembre prossimi, e sarà lo stesso presidente dimissionario - come previsto dallo Statuto regionale - di concerto con il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, a decidere le due giornate per l’apertura dei seggi elettorali, sebbene, al momento, le date del 12 e 13 ottobre appaiono come le più probabili.

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nel corso della riunione del consiglio regionale ha ribadito le ragioni delle sue dimissioni, già espresse in queste settimane, ed ha respinto l’accusa di aver piegato la volontà del consiglio «alla mia volontà».
«Quando per esempio - ha spiegato - ho posto la questione di fiducia per la prima volta nella storia del regionalismo in Calabria, quando ho detto: 'Questo provvedimento passa, oppure mi dimettò, non era mia intenzione svolgere la mia attività in maniera autoritaria, ma era mia intenzione svolgere la vita di presidente in maniera determinata».
Occhiuto sulla sua vicenda giudiziaria si è chiesto: 'Ma si può governare così? Si può governare con questo clima, che in ragione di una legittima inchiesta della magistratura, crea continuamente delle fake news e alimenta un chiacchiericcio che è fastidiosissimo, e genera un rallentamento nella gestione amministrativa quotidiana della macchina regionale. No, non si può continuare così. Io non ho voluto che quest’ultimo anno di legislatura fosse un cupio dissolvi».
Infine, la risposta all’accusa di essersi dimesso per ragioni politiche. «Questa mia scelta non è stata fatta guardando al mio interesse politico. E non l’ho fatto perché credo che questo processo di cambiamento che io ritengo di aver messo in moto si sarebbe fermato, come negli ultimi 30 anni, non a causa della magistratura, ma a causa di chi utilizza le inchieste della magistratura per fare lotta politica, essendo incapace di sconfiggere sul terreno elettorale. Chi spera di poter sconfiggere l’avversario attraverso le stesse inchieste».

L'opposizione in Consiglio: "Piegate le istituzioni. Agli slogan di Occhiuto risponderemo con la realtà dei fatti"

I consiglieri di opposizione nel consiglio regionale della Calabria attaccano la scelta del presidente Roberto Occhiuto di dimettersi. Per il capogruppo Pd, Domenico Bevacqua, si dichiara «il de profundis di questa assise regionale, che in questi anni si è piegata a chi ha governato questa Regione in maniera autoritaria e non con autorevolezza». L’intervento di Davide Tavernise (M5S) è proiettato verso la campagna elettorale «già iniziata. Agli slogan di Occhiuto risponderemo con la realtà dei fatti». Di decisioni che hanno piegato le istituzioni, ha parlato Antonio Lo Schiavo, che ha accusato Occhiuto di aver «forzato le istituzioni perché legare i destini personali alle regole democratiche, alle regole istituzionali è sempre un errore».

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