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Aggressioni, minacce, risse, rivolte: a Reggio il carcere di Arghillà è fuori controllo

Ad oggi la casa circondariale reggina conta circa 350 detenuti. E le violenze sono pressoché quotidiane. Il Sinappe chiede segnali forti: «Sfollamento immediato e trasferimento dei responsabili delle sommosse»

Sempre più una bomba ad orologeria il carcere di Arghillà, la casa circondariale a nord di Reggio Calabria che ospita detenuti “comuni” rientranti nel circuito di media sicurezza in attesa di giudizio o già gravati da condanne definitive per reati che vanno dall'omicidio, alle rapine e furti. Ad Arghillà sono anche presenti due sezione speciali, per “reati sessuali” e “sex offender”. L’ultimo gravissimo episodio, che è l'ennesimo di un'inquietante serie, risale a mercoledì mattina. Un gruppo di detenuti di origine campana e pugliese ha inscenato una vera e propria rivolta all’interno della sezione detentiva, prima rifiutando il rientro nelle celle dopo aver beneficiato dello spazio di socializzazione comune nella cosiddetta area passeggio, e poi in rapida successione devastando il sistema di illuminazione e videosorveglianza, compromettendo così la sicurezza dell’istituto.
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