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La storia è sepolta nell’area del Pollino ma i Comuni non finanziano gli scavi

Ricercatori delle Università di Messina e di Copenaghen al lavoro tra Laino Borgo e Scalea. Non sono segnalate altre iniziative nonostante la presenza di numerose archeo-aree

I comuni investono poco sulla rivalutazione dei siti archeologici. Allo stato è il Comune di Laino Borgo che, grazie all’equipe del prof. Fabrizio Mollo, ordinario di Topografia antica e Archeologica all’Università di Messina, e all’Università di Copenaghen, è stato avviato un progetto per provare a far riaffiorare le tracce di città scomparse. L’obiettivo è sostanzialmente legato alla campagna di scavo per portare alla luce l’antica Laos. Servirebbe un sensibile interessamento delle Istituzioni perché se da un lato è importante rivalutare i musei cittadini, dall’altro canto sono numerose le “archeo” aree che andrebbero seguite: contrada Pietà, Grotte di San Jorio, le Vigne, Archidero, Ciparsi, Trapanata, Palombaro, Dolcetti, Cammarata, Chiurazzo - Camerelle e tante altre superfici di interesse storico.

Il settore della città di Castrovillari è sicuramente in crescita, soprattutto nel rione Civita e presso il Colle della Madonna del Castello, ove respirano resti di palmenti, di chiese, di mulini ad acqua, di antichi trappeti (primordiali industrie di trasformazione dei prodotti agricoli) di cui era ricca la vallata del Coscile. Sono tutti beni culturali utili anche per indagare la centralità che l'area assunse nelle relazioni economiche e civili del Mediterraneo e ancor più per studiare le radici della città di Castrovillari.
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