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Turbativa d’asta e corruzione. Le accuse che scuotono la Regione Calabria

Le ipotesi contestate dalla procura di Catanzaro al subcommissario per la depurazione Antonino Daffinà. A mettere gli inquirenti in allarme alcune intercettazioni, sotto sequestro smartphone e computer

Le intercettazioni sarebbero il cuore del terremoto giudiziario che ha come epicentro la Cittadella regionale alle porte di Catanzaro. Dialoghi captati solo pochi mesi e su cui gli investigatori della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura di Catanzaro, sono a caccia di riscontri. Una ricerca che nei giorni scorsi li ha portati negli uffici dell’Aterp, del dipartimento salute, della Presidenza della Regione. Un’indagine e tanti rivoli, ma, almeno allo stato, un unico comune denominatore: il subcommissario nazionale alla Depurazione della Regione Antonino Daffinà, 63 anni ex vicesindaco di Vibo Valentia e già commissario straordinario dell’Aterp.

Un altro dialogo captato avrebbe spinto ad approfondire la proroga a commissario straordinario del Parco delle Serre di Alfonsino Grillo ex consigliere regionale da sei anni ormai alla guida dell’ente che si occupa delle montagne vibonesi.
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