«Hanno distrutto la mia vita e quella della mia famiglia». Vincenzo Lainà ha pianto dopo il verdetto della Cassazione. Erano lacrime di gioia, non come quelle versate nei mesi trascorsi in carcere e poi ai domiciliari, quando la paura e la vergogna dell’arresto lo avevano catapultato in un buco nero. Ha dovuto attendere 9 anni prima che la sua innocenza fosse riconosciuta. E nonostante ciò, l’amarezza per quella terribile esperienza non è stata cancellata dalla sentenza. Lainà è uno degli indagati finiti, nel 2016, nella maxioperazione della Dda di Reggio Calabria denominata “Lex” contro le sulle cosche di Laureana di Borrello, piccolo centro della provincia reggina. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale