Solo nel 2021 il centro clinico in provincia di Cosenza, di cui sono soci i medici Andrea Bruni ed Eugenio Garofalo, è stato autorizzato all’esercizio per l’erogazione di prestazioni sanitarie. Non ha invece mai ottenuto alcun accreditamento dal dipartimento Salute. La società è citata nei capi di imputazione contestati ai due anestesisti nell’ambito dell’inchiesta della Finanza che ha portato all’arresto del primario di Oculistica del policlinico universitario Vincenzo Scorcia. Il centro polifunzionale ha laboratori di analisi, ambulatori per visite specialistiche e servizi di chirurgia. Bruni è stato amministratore unico dal settembre 2018 (data della creazione della società) al settembre del 2021, carica che ha dismesso pochi giorni dopo l’autorizzazione a esercitare che era stata richiesta, nel novembre del 2020, al settore Autorizzazioni e Accreditamenti del dipartimento salute della Regione. In pratica Bruni avrebbe guidato la società in un periodo di sostanziale inattività. Sia Bruni che Garofalo hanno invece mantenuto le quote societarie del centro. Secondo l’accusa della Procura, si sarebbero «avvalsi» anche di questa società per «occultare i proventi inerenti l’attività professionale incompatibile con il regime contrattuale a tempo pieno». Da qui l’ipotesi di truffa per la quale il gip ha disposto il sequestro beni per 62.359,47 per Bruni e 75.765,53 euro per Garofalo.