
Un pomeriggio lungo. Nell’obitorio, il dottor Berardo Cavalcanti, l’esperto della Procura di Cosenza, è andato alla ricerca dei segni sui resti mortali di Simona Vanessa Szilagyi, la bimba di 8 anni appena, di origini romene, morta annegata nella piscina del parco acquatico di Santa Chiara a Rende. L’accertamento servirà a fissare la verità sul decesso. Ci sarà da attendere, però. Il referto sarà depositato solo dopo aver completato lo studio in laboratorio dei tessuti che sono stati prelevati dagli organi della vittima.
Tuttavia, una spinta alle indagini in corso, arriverà dalle immagini del Sistema di videosorveglianza della struttura che dovrebbe aver registrato quanto è accaduto lunedì pomeriggio. «Vogliamo sapere la verità», hanno detto ieri pomeriggio, ancora una volta, il genitori. Malore o annegamento? Sono discordanti le versioni fornite ai carabinieri della Compagnia di Rende, che hanno sentito i familiari della piccola, i primi soccorritori e vari testimoni. C’è chi ha parlato di un malore in acqua, chi avrebbe riferito che la bambina non stava bene già prima di entrare nella piscina perché l’avrebbero vista vomitare e chi parla di annegamento. L’ipotesi che si starebbe rafforzando col passare delle ore sarebbe quella della congestione prima dell’annegamento.
L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale del 3 luglio

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia