
Si è concluso con 21 condanne per complessivi 165 anni e 2 mesi di reclusione il processo con il rito abbreviato scaturito dall’operazione “Devozione”, così chiamato per di un’immaginetta della Madonna di Polsi in Aspromonte ritrovata nella cover del cellulare di uno degli imputati, che ha portato alla luce un narcotraffico sull’asse Calabria-Sicilia.
La sentenza del gup catanese Giuseppina Montuori ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio sostenuto dalla Procura distrettuale antimafia etnea che, all’esito delle indagini svolge dalla Squadra Mobile di Catania, contestava agli imputati a vario titolo e con ruoli differenti reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le condanne più pesanti, a 20 anni ciascuno, sono state quelle subite da Bruno Cidoni e Antonio Pezzano, entrambi originari della Locride che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero stati i fornitori della droga da smerciare nelle varie piazze di spaccio catanesi tramite un collegamento con Carmelo Scilio, detto “aricchiazzi”, condannato a complessivi 14 anni e 2 mesi.
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