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Cosenza, Posteraro e Ferraro: chi sono i manager finiti nell’inchiesta

L’epicentro del sisma giudiziario è Catanzaro, ma gli effetti mediatici toccano, inevitabilmente, anche Cosenza, la città di Roberto Occhiuto, di Paolo Posteraro e di Ernesto Ferraro. Tre nomi che, a vario titolo, vengono accostati all’inchiesta della Procura catanzarese, guidata da Salvatore Curcio, che avrebbe già mosso passi importanti. L’indagine segue tracce e profili che si coagulerebbero, secondo il pm Domenico Assumma, nell’ipotetico reato di corruzione.
Posteraro è l’ex manager dell’Amaco, società in house del Comune di Cosenza, realtà interamente partecipata da Palazzo dei Bruzi, ed ex socio in affari proprio di Occhiuto prima della sua elezione a governatore.

Per alcuni anni, insieme, hanno, tra l’altro, gestito la produzione di un vino pluridecorato realizzato con le uve di un rinomato vigneto nell’Alto Jonio cosentino. Insomma, un percorso professionale sempre in vista per Posteraro, un predestinato. Una sola macchia nel suo curriculum: la gestione dell’Amaco che gli era stata affidata dal sindaco del tempo, Mario Occhiuto, il fratello di Roberto. Una parentesi che è diventata il tema di un’altra inchiesta che si è radicata a Cosenza ed è giunta al capolinea nella scorsa primavera. Una indagine che è in attesa delle decisioni del procuratore Vincenzo Capomolla e del pm Maria Ludovica Blasi, all’esito degli interrogatori (nei prossimi giorni toccherà a uno dei 6 indagati, a vario titolo, Valentina Cavaliere, già componente del Collegio sindacale dell’azienda e assistita dall’avvocato Nicola Carratelli).

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